Ieri pomeriggio era a Genova dove ha firmato l’ordinanza che dà il via con procedure semplificate ai circa 30 milioni di euro di interventi urgenti per affrontare l’emergenza creata dal crollo del ponte autostradale Morandi.
Stamane il capo dipartimento della Protezione civile Angelo Borrelli arriva in Molise. Alle 9.30 la partecipazione al tavolo di coordinamento soccorsi in Prefettura a Campobasso.
Poi, questa l’intenzione dichiarata dallo stesso Borrelli al tg di Teleregione, una visita sui luoghi colpiti dal sisma per verificare «di persona come stanno le cose».
Il ruolino di marcia però sarebbe cambiato, Borrelli dovrà recarsi anche a Ischia. È probabile che una tappa dopo la Prefettura si riesca a farla, probabilmente a Guglionesi, ma in caso saltasse il capo della Protezione civile si è già organizzato per tornare. Giovedì dovrebbe essere di nuovo in Molise. La conferma arriva dal presidente Toma che lo accompagnerà nei sopralluoghi nei paesi colpiti per testare direttamente i danni e le conseguenze del terremoto.
«Siamo in contatto dai primi istanti dopo il terremoto col Molise. Anche il presidente del Consiglio dei ministri – ha dichiarato a Teleregione Borrelli – ha seguito con me in diretta l’attività portata avanti per l’assistenza alla popolazione e il censimento dei danni. Domani (oggi, ndr) sarò in Prefettura in un vertice già organizzato dal presidente della Regione con il quale sono stato in costante contatto e analizzeremo le varie attività».
Dopo la riunione della Commissione Grandi rischi, la Protezione civile nazionale ha indicato alle autorità locali di tenere alta l’attenzione: «C’è questa sequenza sismica che mostra un rapido e progressivo aumento del tasso di sismicità dall’11 di agosto e quindi c’è tutta un’attività di prudenza da parte delle autorità e della popolazione da mettere in campo, soprattutto per coloro i quali vivono in abitazioni che sono datate, abitazioni storiche, e quindi più vulnerabili sotto il profilo della fragilità delle strutture».
Il vertice di oggi al Palazzo del Governo è importante anche ai fini della definizione della richiesta dello stato di emergenza nazionale. Perché Palazzo Chigi lo riconosca, i danni devono avere una portata significativa. L’evento, è evidente, non è stato (per fortuna) catastrofico. Ma allo stesso tempo ha interessato l’area in cui sono presenti infrastrutture strategiche per il Molise, come la Bifernina (ancora chiusa per verifiche sui viadotti) e la diga del Liscione. A Ischia lo stato di emergenza è stato dichiarato perché il sisma provocò la compromissione dei beni primari: fu dichiarato inagibile l’ospedale, per esempio.
Anche per il terremoto con epicentro Montecilfone sono in corso le valutazioni del caso, valutazioni che la Regione e la Protezione civile stanno compiendo prima di inviare formalmente la richiesta. «Non possiamo sbagliare, si tratta di una cosa estremamente importante», dice il governatore Toma. Nella seduta del centro coordinamento soccorsi di ieri ha fatto il punto sull’assistenza alla popolazione e riferito che le tendopoli, i presìdi di prossimità istituiti sul territorio e i volontari hanno finora «limitato l’inevitabile disagio dei cittadini che hanno scelto di non tornare nelle proprie case» fino a che si conosceranno i risultati conclusivi dei sopralluoghi.
Un primo summit fra funzionari della Protezione civile nazionale e struttura regionale guidata da Giuseppe Giarrusso si è svolto già ieri pomeriggio in prefettura. Agli inviati del dipartimento è servita a elaborare un report per Borrelli in modo che lui sappia i punti da trattare stamattina e per pianificare le attività che i tecnici arrivati dalla Capitale porteranno avanti sul territorio.

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