Nessun esponente del governo nazionale, esponente politico, è venuto in Molise dopo il terremoto. Assenza solo fisica, assicura però il capodipartimento della Protezione civile Angelo Borrelli. «Intanto c’è il prefetto, ci sono io, c’è il presidente della Regione», dice. «Il presidente Conte? Se volessi vi potrei far leggere i messaggi e le telefonate che ci siamo scambiati. Vi dico solo una cosa. Avevo in animo di convocare la Commissione Grandi rischi per la giornata di ieri, invece il presidente del Consiglio mi ha detto: convochiamola domani stesso, il giorno dopo la scossa del 16.
C’è la massima attenzione da parte del governo e del presidente Conte che ha la delega alla Protezione civile».
Massima attenzione, testimonia il governatore Donato Toma. Che rivela di aver avuto una lunga telefonata con Conte in cui il premier «ha espresso la vicinanza al popolo molisano, si è informato su tutta la situazione che stiamo vivendo e ha assunto un impegno morale e di partecipazione alle vicende molisane. Significa – prosegue Toma – che le istituzioni ci sono vicine e sono sensibili al problema che stiamo vivendo. Stiamo accelerando sulle verifiche e i sopralluoghi perché il tempo stringe. Lo stato di emergenza dipende prima di tutto da noi – spiega poi Toma – perché stiamo completando i rilievi e la quantificazione dei danni. Siamo quasi arrivati al termine. E poi dipenderà dal Consiglio dei ministri, ma a giudicare dall’interesse del presidente Conte speriamo che nella prossima settimana – conclude – potremo avere risposte concrete su questa richiesta».
Dopo la partenza di Borrelli, Toma pranza insieme agli sfollati di Guglionesi. «C’è ansia, un po’ di preoccupazione per l’immediato futuro, ma molta dignità. Devo dire che in loro è ancora ben radicato il senso dello Stato. Questo – le sue parole – ci mette di fronte a grandissime responsabilità, soprattutto in ordine alla velocizzazione delle procedure, per far sì che queste persone ritornino quanto prima alla normalità».

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