Tra mugugni dietro le quinte e qualche critica più aperta, come la richiesta del sindaco di Campobasso Antonio Battista di conoscere le ragioni della scelta, la nomina di Micaela Fanelli nella giunta comunale di Pontecorvo come assessore che si occuperà dei fondi comunitari in Molise si è guadagnata la scena come polemica del momento. Soprattutto sui social.
L’ultimo incarico della consigliera regionale del Pd, entrata in un esecutivo civico – come lei sottolinea – epperò guidato da un esponente di Forza Italia, è finito anche sulla stampa nazionale.
Se è occupato il Corriere della Sera, se ne è occupato Il Messaggero.
Ieri anche Luca Bottura nella rubrica ‘Marziani’ che cura per Repubblica. «In soccorso alle gaffe del vicepremier grillino (di Maio, ndr), la quotidiana lotta dell’esistenza dem»: questo il titolo.
Undici punti, 11 notizie che riguardano il Pd e Bottura sfida il lettore a «identificare quelle vere, false o verosimili».
Il caso Fanelli è al numero 10: «Una consigliera regionale Pd eletta in Molise è assessore per il centrodestra in provincia di Frosinone. Voleva sentirsi più a sinistra».
Non ironizza né ci ride sopra la deputata di Liberi e Uguali Giuseppina Occhionero: «Chi riesce con una certa indifferenza, ma anche con una buona dose di spregiudicatezza, a passare da uno schieramento all’altro o, ed è questo il caso, a tenere un piede in due scarpe dovrebbe chiedere scusa ai propri elettori e fare un passo indietro», commenta sulla vicenda che a suo parere ripropone la questione dell’identità della sinistra.
Di Fanelli riconosce le competenze ma non può fare a meno di rilevare «uno stridente contrasto politico tra il mandato da consigliera regionale del Pd e quello di assessore esterno di una giunta di centrodestra in un comune laziale. Temo che la mancanza di chiarezza nelle scelte e una commistione politica con il centrodestra siano tra le principali cause dello sfaldamento del centrosinistra, del quale Leu è uno degli effetti. Ed è, forse, il segnale di un accordo organico con Forza Italia!».
Ipotesi che Occhionero intende scongiurare, lavorando affinché «la sinistra e il maggiore partito che si candida a rappresentarla ritrovino una rotta comune basata sui valori che ci hanno unito per decenni».

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