Lo approvano oggi. No, slitta alla prossima settimana per un problema tecnico. Invece è tutto ok, notizie ufficiose ma ci siamo.
Nel 2018 in Italia è difficile sapere se il Consiglio dei ministri ha approvato o meno lo stato di emergenza per una regione alle prese con uno sciame sismico da 20 giorni e più. La cronistoria del 6 settembre racconta questo.
In mattinata, al termine della Conferenza delle Regioni che ha discusso anche la proposta di riforma del codice degli appalti, il governatore Donato Toma – a Roma da mercoledì sera anche per seguire da vicino la partita dello stato di emergenza – alle agenzie nazionali dichiara: «Stiamo aspettando lo stato di emergenza per il Molise dopo il terremoto di 15 giorni fa, non ci sono state vittime ma forti danni. Ci auguriamo che il Consiglio dei ministri deliberi lo stato di emergenza e consenta di attingere ai finanziamenti nazionali».
Poi va alla riunione sulla Gam. Il Cdm, convocato alle 16, comincia con oltre un’ora di ritardo (a prendere per buona la comunicazione del sito istituzionale). Quando la notizia diventa «è in corso il Consiglio dei ministri» (prima era «è convocato») sono le 17.25 già. Quindi la seduta si protrae, pezzo forte sul tavolo è il ddl ‘Spazza corrotti’. Poco importa che Salvini sia andato via senza votarlo, stasera sotto i riflettori ci sono i 5 Stelle. Il disegno di legge è del pentastellato ministro della Giustizia Bonafede. Terminati i lavori di Palazzo Chigi, le voci cominciano a rincorrersi. Prima no, poi forse e infine sì. Informalmente, sia alla delegazione parlamentare 5S sia al presidente della Regione, arrivano conferme: stato di emergenza, due milioni di stanziamento (lo aveva già anticipato Toma in Consiglio regionale che rispetto ai 4 richiesti per le spese urgenti ne sarebbero stati impegnati subito 2 perché disponibili nel fondo nazionale), altre indiscrezioni aggiungono il periodo, sarebbe di sei mesi. Più tardi fonti autorevoli indicano in un anno il periodo di vigenza che era stato indicato dalla Protezione civile.
Per un’oretta tutto sembra concordare e andare nella stessa direzione. Ma i rappresentanti istituzionali molisani mantengono la cautela, nessuno commenta ufficialmente. Poi c’è un buco di una mezz’oretta. Finalmente, alle 21.50, scioglie i dubbi la nota istituzionale di Palazzo Chigi pubblicata sul sito. Il Consiglio dei ministri ha deliberato «la dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza degli eventi sismici che hanno colpito i comuni della provincia di Campobasso a partire dal 16 agosto 2018».
A questo punto, solo a questo punto, il presidente Toma commenta con certezza. Dalla Protezione civile aveva avuto conferma della discussione della delibera e del suo ‘passaggio’. Due milioni subito e un anno di stato di emergenza: questo è il quadro ufficioso ancora perché la nota del Cdm non scende nei particolari. Ci sarà comunque un’ordinanza di protezione civile che disciplinerà i dettagli e nominerà il commissario, molto probabilmente lo stesso Toma. «È la dimostrazione – le sue parole – di attenzione al Molise e ai molisani che hanno sofferto le conseguenze del sisma. Il premier Conte aveva preso un impegno con la nostra terra durante la telefonata con me. Ha mantenuto la parola che mi aveva dato».

r.i.

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