Coldiretti torna a farsi sentire a gran voce. «L’emergenza cinghiali in Molise ha raggiunto livelli inaccettabili», l’associazione chiede all’assessorato all’Agricoltura di intervenire per arginare un problema «ormai fuori controllo».
La Coldiretti è tornata sul punto dopo che qualche giorno fa, a Oratino, un ragazzo è stato aggredito da un cinghiale mentre lavorava nei campi. Da mesi l’associazione denuncia la gravità e la rapida crescita del fenomeno, ma «ad oggi – osserva il delegato confederale di Coldiretti Molise Giuseppe Spinelli – assistiamo, purtroppo, a un sostanziale immobilismo della politica regionale, in grado di fornire solo a parole disponibilità e rassicurazioni a risolvere il problema ma, di fatto, senza darvi seguito in termini normativi/operativi».
«Il problema – gli fa eco il direttore regionale Aniello Ascolese – è molto più vasto di quanto si possa immaginare; infatti, non riguarda più solo gli imprenditori agricoli, scoraggiati a proseguire nella loro attività, specie nelle zone montane e più difficili, a causa della furia distruttrice degli ungulati, ma tutta la popolazione. Incidenti stradali causati da branchi di cinghiali che si materializzano sulle strade e incursioni di ungulati in centri abitati – precisa Ascolese – ormai sono all’ordine del giorno».
Una situazione di grave rischio per la popolazione «che Coldiretti – denuncia Spinelli – aveva già previsto e verso la quale aveva messo in guardia la politica regionale, che non ha ancora fornito risposte concrete al problema. Per questo chiediamo di consentire agli imprenditori agricoli, muniti di regolare licenza di caccia, di poter abbattere i cinghiali presenti nelle loro proprietà. Va da se, infatti, che le normali attività di caccia, previste dal calendario venatorio, a tale specie di ungulati non produce gli effetti attesi, in una situazione che è straordinaria. Occorrono provvedimenti adeguati che possano riportare le popolazioni di questi selvatici entro i limiti di sostenibilità, a tutela delle attività economiche agricole e della salvaguardia dell’ambiente».
Coldiretti afferma che i tempi della politica per mediare con i cacciatori sono troppo lunghi, per questo valuterà «ogni utile iniziativa di carattere sindacale da assumere nell’interesse della categoria».

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