«Avanti con la nostra proposta per la chiusura domenicale dei negozi e la possibilità di stabilire 8 aperture all’anno anche con l’intesa con le Regioni».
Il sì della Lega, dopo il freno tirato lunedì dal ministro Centinaio, arriva da queste dichiarazioni del capogruppo alla Camera Riccardo Molinari, a margine della riunione economica della Lega che si è svolta al Viminale alla presenza del ministro Matteo Salvini.
«Abbiamo deciso – ha proseguito Molinari – di sostenere i contenuti della proposta Saltamartini-Molinari. Si tratta di un provvedimento che ci chiedono le associazioni dei commercianti schiacciati dalla liberalizzazione selvaggia di Monti e dai vantaggi competitivi della grande distribuzione. Vogliamo tutelare il commercio tradizionale e dare un messaggio di attenzione alle famiglie il cui il tempo libero non deve essere dedicato solo al consumismo. Vogliamo tutelare il commercio tradizionale, perché questi anni di liberalizzazione selvaggia e prolificazione smodata della grande distribuzione hanno desertificato i centri storici. Partiamo da qui e siamo pronti – ha concluso – a incontrare tutte le parti interessate per un confronto aperto e libero».
Sulla proposta del ministro dello Sviluppo Di Maio ha espresso nei giorni scorsi il suo gradimento anche l’arcivescovo di Campobasso Giancarlo Bregantini, in prima fila in questi anni nella richiesta di chiudere i centri commerciali la domenica. Un provvedimento simile per lui sarebbe «una grazia di Dio, è attesa da tante realtà, perché questa liberalizzazione è andata oltre l’etica e l’economia senza etica, come dice il Papa, è sempre distruttiva».
Sul fronte opposto, Federdistribuzione per la quale «chiudere il commercio la domenica, che è diventata il secondo giorno per incasso dopo il sabato» avrebbe un «effetto negativo sui consumi, già fermi» e «i posti di lavoro a rischio, per l’intero settore, sarebbero tra i 30 e i 40mila».
Ma quanti sono i lavoratori della domenica? I numeri li dà la Cgia di Mestre. La fotografia dell’Italia del 2016 parla di 4,7 milioni: 3,4 milioni lavoratori dipendenti e 1,3 autonomi (artigiani,commercianti, esercenti, ambulanti, agricoltori). Il settore con più alta presenza al lavoro di domenica è quello degli alberghi e ristoranti: i 688.300 dipendenti coinvolti incidono sul totale degli occupati dipendenti del settore per il 68,3%. Poi: commercio (579.000 occupati, 29,6% del totale), pubblica amministrazione (329.100 dipendenti, 25,9% totale), sanità (686.300, 23% totale) e trasporti (215.600, 22,7%). I territori dove il lavoro domenicale è più diffuso sono quelli a vocazione turistica-commerciale: ai primi posti Valle Aosta (29,5% di occupati alla domenica sul totale dipendenti presenti in regione), Sardegna (24,5%), Puglia (24%), Sicilia (23,7%) e Molise (23,6%). In coda Emilia R.(17,9%), Marche (17,4%) e Lombardia (16,9%). Media nazionale: 19,8%.

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