Lo strappo si è consumato giovedì sera, quando l’Anci ha abbandonato il tavolo della Conferenza unificata sbattendo la porta e, di fatto, interrompendo tutte le relazioni istituzionali con il governo. Nonostante l’accordo verbale tra Decaro e Conte, che prevedeva il ripristino dei finanziamenti del bando periferie cancellati definitivamente con il sì del Senato al Milleproroghe attraverso un decreto ad hoc, del provvedimento ‘promesso’ non c’è traccia. Uno ‘sgarbo’ che ha scatenato l’ira di Decaro:«I sindaci non si fanno prendere in giro – ha dichiarato il presidente Anci giovedì all’Ansa – non sapevo che nel contratto di governo fosse stato deciso di strappare tutti i contratti fra istituzioni. Avevamo preso un impegno con il presidente del Consiglio per avviare un percorso per consentire la restituzione ai Comuni relativi ai fondi per le periferie, parliamo di un miliardo e seicento milioni il cui primo passaggio era previsto oggi in Unificata, al fine di dare un’intesa per sanare la presunta incostituzionalità di ottocento milioni di euro previsti nell’articolo 1 comma 140 della precedente finanziaria. Per sbloccare la situazione avremmo dovuto incontrare il ministro dell’Economia ed introdurre in un prossimo decreto le risorse e la procedura per riallocare i finanziamenti ai comuni e per portare avanti tutti i progetti per le periferie. Sugli ottocento milioni di euro ora il governo dice di avere dei problemi di natura tecnica legato al provvedimento da portare alla conferenza unificata, ma quel provvedimento oggi non c’è ed il punto all’ordine del giorno è stato cancellato». Insomma, ad oggi i 28 milioni destinati al Molise (18 a Campobasso e 10 a Isernia) sono spariti nel nulla. La ‘mossa’ del governo gialloverde ha infiammato anche il Consiglio di Palazzo San Giorgio che ieri mattina si è riunito in seduta monotematica proprio per discutere sul tema.
In aula anche parte della delegazione parlamentare molisana: il deputato 5 Stelle Antonio Federico e l’esponente di Leu a Montecitorio Giuseppina Occhionero.
Maggioranza e centrodestra per una volta sulla stessa lunghezza d’onda con la dura condanna del provvedimento del governo che Francesco Pilone ha definito, senza girarci troppo intorno, «una grande porcata».
«Si tratta di una decisione prettamente politica – ha aggiunto il capogruppo di Democrazia popolare – tolgono fondi dove possono per finanziare il reddito di cittadinanza, altrimenti – l’attacco ai 5 Stelle – la percentuale di gradimento scende vertiginosamente. Per altro – aggiunge – distogliere i fondi da un impegno preso in precedenza potrebbe configurare anche un danno erariale per tutti quei progetti che hanno iniziato a vedere la luce». A Campobasso gli unici progetti esecutivi sono quelli per la realizzazione della pista ciclopedonale nell’area di Selvapiana e per gli orti botanici. Mentre sono ancora indietro i progetti per la riqualificazione del Mercato Coperto, della scuola Notte e dell’ex mattatoio.
Amareggiato anche il sindaco Battista: «Il danno è nei rapporti istituzionali, nelle risorse non spese, nei 42mila posti di lavoro persi, nelle aree degradate che non verranno recuperate, nei 9 miliardi di indotto che si sarebbe creato. Il dramma riguarda 20milioni di abitanti che non riceveranno i servizi sui quali i comuni avevano scommesso per il futuro. Io e il sindaco d’Apollonio siamo sulla linea Anci, cioè di collaborazione. Però dobbiamo anche prendere atto che in ben due occasioni il governo ha sconfessato se stesso e non ha mantenuto gli impegni presi. Dobbiamo capire se esiste davvero la volontà di risolvere e di rimettere tutte le risorse. Se c’è questa volontà noi ovviamente continueremo a dialogare».
Ci va giù duro pure il presidente della Commissione Urbanistica Lello Bucci: «Questa è una rapina a mano armata aggravata – riferendosi al voto del Milleproroghe -, il governo ha avuto la prepotenza di strappare convenzioni già firmate che sono accordi giuridici a tutti gli effetti e io auspico un ricorso agli organismi giudiziari competenti».
Tentano invece di gettare acqua sul fuoco i consiglieri del Movimento 5 Stelle, ricordando che lo stop al bando periferie è stato dettato dal rispetto delle sentenza della Corte costituzionale che, accogliendo il ricorso della Regione Veneto, ha stabilito che il governo non può erogare fondi ai Comuni senza l’interlocuzione con le Regioni. « Abbiamo sempre detto che il bando periferie è un provvedimento giusto – le parole di Praitano – che ha restituito quello che negli anni il governo ha sottratto ai comuni e al territorio, quindi lo abbiamo condiviso fin da subito. Eravamo d’accordo anche con la zona scelta per gli interventi, io non credo che in questo caso il governo abbia fatto una scelta politica cancellando il bando, ma si è limitato a rispettare un pronunciamento della Consulta». Della stessa opinione pure Roberto Gravina: «Nella storia recente non si è mai visto un provvedimento che scavalcasse le Regione nell’erogazione dei fondi, quindi bisogna avere rispetto per la sentenza della Corte costituzionale. Non si può parlare di scippo – ha aggiunto – perché ancora non sappiamo questi soldi dove finiranno. Ad ogni modo c’è la volontà del governo di farli arrivare alle città, magari scaglionandoli. Va bene alzare i toni, ma aspettiamo che si definisca la procedura e che venga fatto il decreto. Il rammarico è anche nostro se dovessimo perdere le risorse».
Al termine della discussione il Consiglio ha approvato un odg bipartisan (proposto I dai consiglieri Pilone, Bucci, Cancellario, D’Anchise, D’Elia, Di Giorgio, Di Renzo, Durante, Fasolino, Iafigliola, Landolfi, Massarella, Montanaro, Sanginario, Sarli e Viola) che impegna sindaco e Giunta a perseguire tutte le strade possibili per la difesa dei fondi previsti e assegnati alla città di Campobasso secondo la convenzione sottoscritta a Roma. Si sono invece defilati i 4 pentastellati che «nonostante abbiano dichiarato di avere a cuore le sorti della città – l’attacco dei proponenti – nei fatti però non hanno votato l’Ordine del giorno».

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