Dal nuovo bilancio Ue una buona notizia e una cattiva per il Molise.
La cattiva: insieme alla Sardegna, a causa del calo del Pil finisce tra le regioni meno sviluppate (quelle che una volta si chiamavano ‘Obiettivo 1’) lasciando così il gruppo intermedio di quelle in transizione e raggiungendo Campania, Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia.
Ma avrà un aumento consistente di risorse europee: l’obiettivo è infatti ridurre le disparità e riavvicinare queste regioni alla media di crescita dell’Ue. La notizia, approfondita dal Sole 24 Ore in questi giorni, era trapelata a giugno con la proposta di bilancio della Commissione di Bruxelles. Più fondi dall’Ue, dunque, nel ciclo di programmazione 2021-2027. Ma, al netto della necessità di spenderli (e bene) per evitare di doverli restituire all’Unione, di che cifre stiamo parlando? Al momento è difficile fare proiezioni. Solo qualche raffronto. Nella programmazione 2014-2020 la Basilicata, che era retrocessa dalla categoria delle regioni in transizione a quella delle meno sviluppate, ha ottenuto quasi 1,8 miliardi di euro (Fesr, Fse e Feasr): circa 5-6 volte di più rispetto al periodo precedente.
Il declassamento, commenta la Uil, certifica il fallimento del Molise. «Pil e potere d’acquisto sono scesi in maniera considerevole, indubbiamente a causa della chiusura delle poche grandi aziende che qui offrivano lavoro, producevano ricchezza e generavano volumi economici», analizza la segretaria Tecla Boccardo. Più soldi dall’Ue, «saremo capaci di spenderli». Per il ciclo in corso sarà chiesta una proroga. Boccardo propone di «correre su ciò che resta della programmazione 2014-2020» e «farci trovare pronti per la nuova», quando l’aumento sarà probabilmente di «diverse centinaia di milioni».

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