Celle strette e stracolme, ben oltre la regolamentare capienza degli istituti penitenziari. È la fotografia scattata dall’Associazione Antigone che, nel rapporto sulle carceri d’Italia, ha anche stilato la classifica del sovraffollamento degli istituti. In Molise la situazione è allarmante: è la seconda regione dello Stivale con 408 detenuti a fronte di una capienza complessiva di 270 (negli istituti di Campobasso, Isernia e Larino), con una percentuale di sovraffollamento pari al 151%. Peggio di noi fa solo la Puglia.
Attualmente in Italia sono 28.621 i detenuti in misura alternativa (16.554 in affidamento in prova al servizio sociale, 11.159 in detenzione domiciliare, 908 in semilibertà). Potrebbero essere 50.000 se non si chiudesse la porta del carcere agli oltre 20.000 che potrebbero averne diritto avendo pene residue inferiore ai tre anni. Gli ingressi in carcere dalla libertà sono stati 24.380 nei primi mesi del 2018, in calo rispetto alle 25.144 persone entrate nel primo semestre del 2017. Il segno di un’attività criminale non in aumento. I detenuti, che sono 58.759, crescono ma di poco. Sono aumentati di 672 unità in 5 mesi. Ci sono 8.127 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare.
I dati evidenziano come all’aumentare – seppur ancora fortunatamente minimo – dei detenuti non corrisponda un incremento degli ingressi dalla libertà in carcere. Plausibilmente segno di una stasi nel numero degli arresti, della maggiore durata della condizione di persona in custodia cautelare, di pene inflitte più lunghe, di un basso investimento nelle misure alternative.
Nel rapporto l’associazione Antigone risponde anche a chi propone di costruire nuove carceri. La costruzione di un istituto in grado di ospitare 250 detenuti costa circa 35 milioni di euro. Molto meno costano le misure alternative alla detenzione che risultati molto migliori danno in termini di abbattimento della recidiva. Dunque al sovraffollamento non si risponde con la costruzione di nuove carceri.
Secondo l’analisi di Antigone non c’è neppure un’emergenza sicurezza connessa agli stranieri. Il tasso di detenzione degli stranieri in Italia è diminuito di oltre 2 volte negli ultimi 10 anni. I detenuti stranieri sono addirittura diminuiti in termini assoluti rispetto al 2008, quando il numero dei non italiani residenti in Italia regolarmente o irregolarmente era la metà. Avrebbe dovuto raddoppiare.
Invece no. Ogni diversa interpretazione e ogni allarme sono pura mistificazione.
Gli stranieri sono il 33,8% della popolazione detenuta. Gli stranieri non europei sono 13.490, ossia il 22,9% della popolazione detenuta. Nell’ambito di questo 22,9%, la presenza di detenuti con regolare permesso di soggiorno, seppur non stimata ufficialmente, è – secondo indagini a campione effettuate nei grandi istituti di pena – inferiore al 20%.
Il numero di immigrati regolari non europei che si trovano nelle carceri italiane è pari a circa 3.000 unità, ossia intorno al 5% della popolazione detenuta. Percentuale irrisoria. Il numero dei detenuti di origine lombarda è pari a 2.966 unità.
Se sommiamo i detenuti con regolare permesso di soggiorno a quelli comunitari si arriva a circa 8.000 unità, cioè il 13% circa della popolazione detenuta, un numero più o meno pari ai 7.546
detenuti di origine siciliana.
È straniero il 44.64% dei detenuti cui è stata inflitta una pena inferiore a un anno (e dunque per reati di scarsa gravità) e solo il 5,6% degli ergastolani (che sono complessivamente 1.726).
Considerando i reati più gravi, come ad esempio la criminalità organizzata, il 98,75% dei detenuti condannati per tali delitti è italiano e solo l’1,25% è straniero.
Secondo la Corte Europea dei Diritti Umani, ogni detenuto deve avere a disposizione almeno 3 metri quadri affinché non si configuri una violazione dell’articolo 3 della Convenzione Europea. Nel 20% delle carceri visitate, in alcune celle non era garantito uno spazio di 3 metri quadri a detenuto. Inoltre, nel 3,3% delle carceri non funziona a norma il riscaldamento d’inverno e nel 26,7% dei casi non vi è acqua calda in alcune celle. Nel 63,3% delle carceri ci sono celle senza doccia, al contrario di quanto prevede la legge.

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