Il condono impedisce l’inaugurazione dell’anno accademico all’Università degli studi del Molise.
Il Consiglio dei ministri convocato per far cessare la bufera che avvolge il decreto fiscale fa infatti saltare ancora una volta i piani dell’ateneo: il vicepremier Luigi Di Maio non può venire, la cerimonia è rinviata a data da destinarsi.
«La superiore esigenza di consentire al ministro Luigi Di Maio di partecipare al Consiglio dei ministri straordinario convocato con urgenza per domani mattina – così ieri la nota dell’Unimol – ha imposto il rinvio della cerimonia a data che sarà comunicata quanto prima».
Si tratta del secondo rinvio. Il primo slittamento c’era stato il 4 ottobre: sempre per impegni del ministro dello Sviluppo e del Lavoro, la cerimonia prevista per il 10 era stata spostata al 20.
Anche ieri, quindi, super lavoro per la struttura di via De Sanctis per informare le istituzioni coinvolte dell’annullamento dell’appuntamento che era in programma per stamattina.
A Roma, d’altro canto, la tensione è altissima. Il leader della Lega Salvini ha usato parole durissime per gli alleati di governo: «Sentirò tutti, però inizio ad arrabbiarmi, perché in quel Consiglio dei ministri un uomo indicato dai 5 Stelle leggeva, ed è il presidente del Consiglio, e il leader dei 5 stelle scriveva, ed è Di Maio». Che ha replicato: non sono un bugiardo.
La sua visita era molto attesa da lavoratori delle aziende in crisi, che avevano chiesto di poter parlare anche pochi minuti col ministro o di potergli comunque consegnare un documento, e dalle autorità politiche e istituzionali che dal suo intervento – previsto in scaletta dopo la prolusione affidata al prof Fimmanò che da un mese è vicepresidente della Corte dei conti e nel consiglio di presidenza è stato eletto dalla Camera proprio in quota ai 5s – si aspettavano qualche indicazione più dettagliata sul futuro commissario della sanità. Nomina che sarebbe sul tavolo del ministro Tria, dove è arrivata su indicazione della collega della Salute Grillo. Ma per procedere ad assegnare l’incarico a un tecnico il Mef vuole che la norma sull’incompatibilità fra presidente e commissario sia operativa, questa la ricostruzione di fonti parlamentari. Bisogna che passi la tempesta, dunque. Che i decreti che compongono la manovra siano inviati al Quirinale, che il Capo dello Stato vi apponga il visto e che siano pubblicati nella Gazzetta ufficiale.

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