Cambiano i tempi e cambiano, di pari passo, anche le tipologie di reato in Italia, con il ladro “vecchio stampo” che lascia il posto al truffatore di nuova generazione. E mentre si conferma la contrazione di omicidi, furti e rapine, crescono in parallelo i reati a sfondo sessuale, i fenomeni di spaccio e gli incendi sul territorio. A dirlo sono i dati pubblicati ieri dal Sole 24 Ore e forniti dal dipartimento di Pubblica Sicurezza del ministero dell’Interno, che fotografano unicamente i delitti “emersi” all’attenzione delle forze di Polizia, vale a dire quelli denunciati. Restano nell’ombra i fenomeni di microcriminalità, anch’essi diffusi sul territorio, ma che per diversi motivi sfuggono al controllo delle autorità oppure la cui comunicazione da parte delle vittime non è affatto scontata.
Nel 2017 in Italia sono stati commessi e denunciati in media 6.650 reati ogni giorno, circa 277 ogni ora. A Milano, Rimini e Bologna si concentra la maggiore densità di segnalazioni alle autorità. L’ultima mappa della criminalità resa disponibile dal ministero, comunque, ha confermato il trend al ribasso in corso dal 2013: seppur con numerose differenze su base provinciale, anche l’anno scorso si è registrato un calo delle denunce del 2,3% annuo su scala nazionale.
Le due province molisane presentano una situazione molto diversa tra loro. Entrambe occupano posizioni molto basse nella classifica nazionale della criminalità stilata in base alle denunce ogni 100mila abitanti: Campobasso si piazza al 93esimo posto (su 106), Isernia all’83esimo. Ma mentre per il capoluogo di regione la variazione dei reati rispetto all’anno precedente è pressoché inesistente (con un più 0,69%), nella provincia pentra c’è stato un incremento della criminalità del 7%.
Il quotidiano economico fornisce inoltre un quadro delle due province reato per reato. Per quanto riguarda i furti, nelle due province la situazione è migliorata con Campobasso al 76esimo posto e una diminuzione rispetto all’anno precedente dello 0,6%. Meglio ancora fa Isernia che si piazza in fondo alla classifica, al 103esimo posto con una diminuzione del 12%.
Sul fronte rapine Campobasso è 90esima, con un incremento del 10%, mentre Isernia è 75esima con un +15% rispetto all’anno precedente. Dato allarmante, invece, per le estorsioni e l’usura. La provincia pentra è sul podio: terza in Italia per estorsione (con un aumento del 9%) e seconda per l’usura (senza alcuna variazione rispetto all’anno scorso). Campobasso invece è 60esima per quanto riguarda l’estorsione, ma con un sensibile calo del 31%, e 12esima per l’usura (anche in questo caso con una diminuzione del 33% rispetto all’anno precedente).
Stazionaria la situazione per quanto riguarda le denunce per associazione a delinquere: nessuna variazione rispetto all’anno precedente con Campobasso al 15esimo posto e Isernia al 36esimo.
Calano nel capoluogo di regione le truffe informatiche (-7% e 29esimo posto in graduatoria), mentre aumentano nella provincia pentra (17esima con un +32%).
Drammatica, invece, la situazione sul fronte dello spaccio e detenzione di sostanza stupefacente. I dati elaborati dal Sole 24 ore confermano in pieno l’allarme lanciato qualche tempo fa dal procuratore di Campobasso Nicola D’Angelo. La provincia di Campobasso è 77esima nella classifica ma i reati in materia di droga sono raddoppiati rispetto all’anno precedente (+49%). Non va meglio nella provincia di Isernia che è addirittura nona nella graduatoria con un aumento del 57%.
Fanno riflettere, infine, anche i numeri sulle denunce per violenza sessuale: Campobasso si piazza al 22esimo posto, però con una diminuzione del 12%, mentre Isernia è 14esima in Italia con un incremento vertiginoso dell’800%.
Un dato, quest’ultimo, in linea con l’andamento nazionale: nel 2017, anno in cui è esploso il movimento “Me too”, sono state denunciate fino a 13 violenze sessuali al giorno, in crescita del 15% rispetto all’anno prima. Anche la diffusione degli stupefacenti alimenta i delitti (+10%), prevalentemente lo spaccio, mentre pure in Italia le forme di criminalità più tradizionali sembrano perdere lentamente terreno. I furti, che come ogni anno rappresentano il grosso delle denunce pervenute (circa 1,27 milioni, più della metà sul totale), scendono ancora del 6% rispetto agli anni precedenti, in particolare quelli nelle abitazioni (-9%). A contribuire alla discesa sono diversi fattori: la diffusione di sistemi di allarme e videosorveglianza che scoraggiano i malintenzionati, gli accordi territoriali tra le forze di Polizia, le reti tra commercianti e Prefetture oppure la scarsa diffusione in alcune zone del Paese delle garanzie assicurative. L’Ania, infatti, stima che poco più del 15% delle abitazioni italiane sia coperto da un’assicurazione furto. E solo in caso di copertura serve la copia della tempestiva denuncia per l’accertamento dei danni.
Al contrario, invece, continua la diffusione dei reati a stampo economico: fenomeni di riciclaggio e impiego del denaro sporco e frodi informatiche registrano un incremento, in entrambe i casi pari all’8% su base annua. In particolare, soprattutto nelle città del Nord, continuano a proliferare le truffe “digitali” : se ne contano in media 450 ogni giorno, complici la scarsa competenza degli utenti di internet oppure l’obsolescenza dei sistemi operativi utilizzati.

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