Complice lo scontro sul condono, l’azzeramento che gli ideatori definiscono ‘graduale’ – fra pochi mesi si scende da 100 a 34 milioni e nel 2020, praticamente dopodomani, si cancella del tutto la dotazione – del fondo per il pluralismo ha guadagnato la ribalta social con qualche giorno di ritardo.
Vito Crimi ha ‘diramato’ un lungo post condiviso anche da alcuni parlamentari molisani dei 5 Stelle, per esempio Rosalba Testamento. Ieri mattina Andrea Greco ci ha messo il carico. Il capogruppo pentastellato a Palazzo D’Aimmo ha pubblicato di prima mattina il suo pensiero su Facebook: «I giornali gravano sulle tasche degli italiani per 100 milioni di euro l’anno. È una cifra iperbolica, che potremmo investire per istruzione, sanità e tanto altro. Con il governo del cambiamento per il 2019 il contributo scenderà a 34 milioni, e nel 2020 sarà azzerato. Questa è una certezza, così come è certo che smetteremo di sovvenzionare un sistema marcio, con qualche eccezione, che non ha informato il Paese ma lo ha reso ostaggio della disinformazione. È per questo che ogni giorno è buono per screditarci. Stateci accanto, facciamo rete e difendiamo la verità».
Una premessa è necessaria: Primo Piano e, in generale, i quotidiani cartacei molisani attualmente in edicola non beneficiano di queste sovvenzioni. La decisione del governo Conte, però, mette in pericolo migliaia di posti di lavoro in Italia. Cancellando il fondo, moltissimi gli organi di informazione che chiuderanno o licenzieranno parte del personale.
Greco afferma che si tagliano 100 milioni – leggasi 100 milioni in un quadro economico e finanziario per cui il suo governo vuole sforare il rapporto deficit/Pil aumentando il già pesantissimo debito pubblico – all’editoria per investire su istruzione e sanità. Che vuol dire? Che ai cronisti senza più lavoro arriveranno i medicinali gratis? Il dito puntato su «un sistema marcio», inoltre, riproduce in Molise l’editto del vicepremier Di Maio contro Repubblica e L’Espresso.
A metà mattinata, in redazione erano state già tantissime le telefonate di solidarietà per i giornalisti e gli editori. Senza contare i messaggi che i cronisti di Primo Piano hanno ricevuto personalmente.
Anche la politica ha preso posizione. Pubblicamente ieri lo hanno fatto Antonio Tedeschi, consigliere regionale di maggioranza (Popolari per l’Italia) e la coordinatrice molisana di Forza Italia Annaelsa Tartaglione.
Per la deputata azzurra, oltre alla democrazia «in gioco c’è il futuro di tanti giovani giornalisti, che rischiano seriamente di perdere il lavoro. Da parte di un esponente 5s, movimento che si vanta di combattere la povertà e di essere sempre a favore degli ultimi, mi aspetterei quindi ben altre prese di posizione e piena collaborazione in difesa di quei ragazzi, precari dell’informazione, che con sacrifico e passione svolgono un mestiere appunto fondamentale per tutti noi». Dagli esponenti locali del Movimento, ha aggiunto, si aspetta «iniziative a favore della loro terra. Anche perché non tutti vorrebbero vivere di reddito di cittadinanza, anzi: questi figli del Sud (giornalisti e di altre professioni) vogliono crescere, lavorare e realizzarsi».
Tartaglione ha ricordato, peraltro, la disposizione del Milleproroghe che rende legge dello Stato il nuovo riparto dei fondi nazionali alle tv locali che penalizza quelle delle piccole regioni come il Molise. Lo ha fatto pure Tedeschi, secondo cui le parole di Greco rappresentano «l’ennesimo schiaffo alle competenze, allo studio, alla democrazia». In sostanza, ha proseguito, quello dei pentastellati è «un modo per tappare la bocca ai professionisti dell’informazione, in barba al principio della libertà di parola sancito dalla nostra Costituzione e lasciare spazio, invece, a social e blogger, youtuber e influencer, ritenuti dai grillini l’unico mezzo di comunicazione valido. Un sistema a senso unico, al quale dobbiamo opporci con forza, coinvolgendo editori, giornalisti e professionisti del comparto, che fanno informazione rispettando le regole, rispettando la deontologia, verificando le fonti». Infine, Tedeschi ha invitato i suoi colleghi – in particolare il coordinatore regionale della Lega Mazzuto – a fare fronte comune «per contrastare un metodo anti democratico e totalitario».

r.i.

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