Una settimana di tempo per risolvere il problema. Senza soluzione, i 262 addetti della Gam torneranno alle dipendenze di Solagrital, cooperativa in liquidazione coatta. Saranno, quindi, di fatto in mezzo a una strada.
Un’evoluzione negativa che, pur ipotizzabile, non era attesa in queste dimensioni.
Le maestranze dell’azienda di Bojano sono in cassa integrazione perché ‘fittate’ da Solagrital insieme al ramo d’azienda alla Gam, società a sua volta in concordato ma ‘in continuità’: quel tanto di forma, poiché di sostanza c’è solo la vendita degli asset ad Amadori, che basta a giustificare il sostegno al reddito per operai e impiegati dell’ex Arena. Ogni anno, quindi, al tavolo del ministero del Lavoro bisogna portare i fondi stanziati per la quota di Tfr che è a carico di Gam (quindi della Regione) e la proroga del rapporto di fitto con Solagrital. Quest’anno, l’autorità di vigilanza del Mise (che controlla le cooperative in liquidazione), alla proposta dell’amministratore di Gam ha detto no. Lo ha detto peraltro quasi fuori tempo massimo, il 31 ottobre. Perché? Qui le versioni divergono. Secondo le informazioni che hanno alcuni sindacati, l’intoppo sta nel fatto che la proposta di Gam è per un solo anno di fitto e non due. Cosa che Gam non nega, per coprire due annualità avrebbe però bisogno di una manleva da parte del socio Regione, non avendo ‘un euro’ poiché è in concordato. La società amministrata da Berchicci non può prescindere dai due commissari giudiziali e dal liquidatore. Il liquidatore di Solagrital Danilo Tacchilei, invece, sostiene di aver bisogno dell’ok del Mise per dire sì a quella proposta. E nell’interlocuzione che ha avuto ieri con la Regione avrebbe fatto riferimento a tutti i contenziosi in atto fra le due società. Si sono succedute nella gestione della filiera avicola e, pur nella comune situazione di default, si fanno la ‘guerra’ da anni. Definire quei contenziosi a pochi giorni dalla scadenza della cassa integrazione? Impossibile. Senza contare che questi nodi Solagrital li fa venire al pettine sempre quando in ballo c’è il destino dei 262 addetti e delle loro famiglie.
Quindi, la decisione scaturita dal tavolo convocato dal presidente della Regione Toma – che ha chiamato anche i parlamentari (c’erano Federico e Di Marzio) e i sindacati – è di chiedere un incontro urgente al ministero dello Sviluppo. Intanto che fine fanno i lavoratori? Dal 5 novembre al 12 restano a carico di Gam (e non mancano i punti interrogativi in caso venisse poi negato il rinnovo della Cigs). Poi? Poi è un terno al lotto.
«La riunione è andata abbastanza bene ed è stata ben tenuta. Ci sono aspetti che devo essere risolti, confido che possano esserlo», il commento a margine di Federico. «Si deve attivare il Mise, stiamo lavorando tutti per trovare una soluzione».
Mauro Latessa e Giancarlo D’Ilio, rsu della Cgil e della Cisl, non nascondono la «grande preoccupazione». I lavoratori sono pronti a mobilitarsi.
Il 15 novembre è stata convocata la riunione al ministero del Lavoro per l’esame congiunto sulla richiesta di rinnovo della cassa integrazione straordinaria. Senza aver risolto il nodo ‘contratto con Solagrital’ però la missione sarebbe impossibile.
r.i.

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