Una manovra dannosa per il Paese, in cui «non c’è il Sud». Anche nel dibattito si parla solo di reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni.
«Non porterà crescita, ma decrescita al Paese», dice la coordinatrice di Forza Italia Annaelsa Tartaglione. Insieme a lei, l’eurodeputato Patriciello, gli assessori Cavaliere e Di Baggio, il presidente della Terza commissione D’Egidio, il capogruppo Romagnuolo.
Il governo gialloverde, aggiunge Tartaglione, è in realtà una coppia di «separati in casa, hanno l’obbligo di convivere e questo si ripercuote anche sul Molise».
Aldo Patriciello passa ai raggi X la manovra. «Se io fossi un giovane a cui si promettono 7-800 euro al mese senza alcuna prospettiva di lavoro mi sentirei offeso e non gratificato. Sarebbe stato più corretto, e mi auguro ci si arrivi perché l’Europa ha messo dei paletti, dare questi soldi alle aziende per far ripartire l’economia», afferma. Quota 100, invece, è un «lusso che non ci possiamo permettere». Se invece che come un nemico l’Ue viene vista come orizzonte irrinunciabile, si può puntare su quello che lui chiama «piano Mashall per il Molise»: mettere in sicurezza il patrimonio immobiliare privato e pubblico del Molise anche per via del magma che il Cnr ha ‘scoperto’ sotto il Matese. Invece che chiedere i fondi comunitari dopo una calamità, si può usarle per fare prevenzione.
La mancata nomina del commissario della sanità è uno degli argomento clou della conferenza stampa. L’incompatibilità fra presidente e commissario oggi è al vaglio dell’Aula di Palazzo Madama. Da Forza Italia l’accusa ai 5 Stelle: hanno perso le regionali e giocano così la loro vendetta politica, esautorando il governatore al primo mandato. Secondo Nico Romagnuolo si poteva nominare Toma appena eletto e metterlo almeno in condizione di lavorare al riordino. Nel frattempo, i 5s avrebbero potuto comunque approvare per legge l’incompatibilità e sostituirlo. «Ma invece da sette mesi la Regione ha le mani legate», evidenzia Tartaglione. Che a Salvini dice: «Per una responsabilità politica che ha sul territorio, avendo un rappresentante in giunta, deve tutelare il popolo molisano». Ma pure ai medici e ai comitati che chiedono ai rappresentanti azzurri di sbloccare provvedimenti e proroghe di servizi in scadenza ribatte: «Non possono continuare a nascondersi dietro una foglia di fico, facciano una battaglia a viso aperto accanto al governatore Toma».
Per le elezioni di primavera, europee e amministrative, Forza Italia riparte.
A Termoli, per esempio, riparte dal no al tunnel che l’amministrazione Sbrocca ha invece aggiudicato in via definitiva. Armandino D’Egidio e Roberto Di Baggio ribadiscono il dissenso e prefigurano uno scenario di conflitti e contenziosi che saranno, alla fine, i termolesi a pagare.

L’eurodeputato: «Con me il sud a Strasburgo Toma? Ha iniziato bene, però Roma non lo aiuta»

Ufficializza la ricandidatura, pronto a una campagna elettorale dura. «Sarà fra pro e contro l’Europa. Io sarò fra quelli che combattono quotidianamente a favore dell’Europa».
Aldo Patriciello, di nuovo in campo con Forza Italia, boccia la manovra del governo Conte, a prescindere dagli aggiustamenti sul rapporto deficit-Pil: «Non c’è traccia di misure per il sud. L’unica cosa di cui si parla è il reddito di cittadinanza, ma se ai ragazzi si danno 800 euro per non lavorare si fa crescere una classe di giovani senza la cultura del lavoro. Bastava dare quei soldi alle imprese che assumono. Non c’è traccia, inoltre, di misure per le imprese. Il Mezzogiorno è abbandonato, il suo Pil è a picco, il Paese si sta divaricando. Non c’è una risorsa per il mondo che produce. Se a ciò aggiungiamo questo clima di rissosità con l’Europa si comprende come non si stia facendo un favore al Paese. L’Europa non è nostra nemica, noi siamo partner veri di questa straordinaria istituzione. Come in tutti i condomini, dobbiamo saper convivere e soprattutto ridurre il debito pubblico che è enorme, un gigante sulle nostre spalle, che non aiuta la ripresa, le imprese e l’occupazione».
Saranno le europee più difficili della storia dell’Ue.
«Sarà una campagna elettorale fra pro e contro l’Europa. Io sarò fra quelli che combattono quotidianamente a favore dell’Europa. L’Italia non potrebbe guardare al futuro senza l’Europa, sicuramente va corretta in alcune cose, alcuni temi vanno rivisti, dopo tanti anni è fisiologico. Ma basti pensare che in questi giorni alcuni Paesi dove c’è una presenza forte di sovranisti sono stati i più duri nelle dichiarazioni contro l’Italia. Non è sufficiente parlare contro l’Europa, aggredire l’istituzione».
Sarà di nuovo in campo, dunque.
«Sarò ricandidato per continuare la battaglia di portare la voce del Mezzogiorno in Europa, un Mezzogiorno abbandonato perfino dal Giro d’Italia – lo spartiacque è Venafro/San Giovanni Rotondo – per cui non sarà un Giro d’Italia ma sarà di mezza Italia. Non solo. Pensiamo alla ‘via della seta’, gli unici porti localizzati sono del nord. C’è una strategia contro il sud. La mia azione anche per il futuro è combattere a difesa del Mezzogiorno con il cuore pulsante in Molise affinché questa regione rimanga come tale e sia autorevole sullo scacchiere nazionale».
Il governo regionale si è insediato sei mesi fa. Qual è il suo giudizio?
«Certo molto c’è ancora da fare, questi sono i primi passi. C’è il tema della sanità, di una Regione senza un commissario. C’è un governo nazionale che non collabora con le Regioni che hanno una diversa collocazione politica, anzi vi si contrappone. Questo non sta aiutando il governo Toma, auguriamoci che questa contrapposizione finisca, che ci sia più serenità e si guardi al rilancio del Molise. Toma ha cominciato bene la sua azione politica, la squadra comincia a dare segnali positivi, c’è l’investimento forte sul turismo e la cultura. Siamo portati ad esempio come regione sana, godiamoci questa ricchezza e mettiamola a frutto per un Molise che riesca a trattenere i nostri ragazzi e possa guardare al futuro con più ottimismo».
r.i.

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