Una vicenda giudiziaria quasi decennale si è chiusa ieri al tribunale di Larino. Parliamo del processo sull’Imam, che venne disposto con decreto del gup nel luglio 2012, oltre un anno e mezzo dopo le richieste di rinvio a giudizio per i sei indagati per l’affaire Imam (un settimo, un fornitore, preferì la via del patteggiamento). Il collegio presieduto dal giudice Michele Russo ha assolto su sei capi d’imputazione perché il fatto non sussiste Michele Iorio, Guglielmo Giardino, Gaetano Venditti e Fernando Antonio Rosati, non solo, ha anche dichiarato la prescrizione sugli altri tre, estendendoli anche ai due fornitori rinviati a giudizio assieme a loro. L’ex governatore Iorio si è dichiarato soddisfatto. «Ero certo di poter dimostrare la mia innocenza, come sempre fatto, resta il rammarico perché Larino ha perso un’occasione d’oro di sviluppo straordinario che avrebbe invece potuto avere grazie all’Imam». Soddisfatto anche l’avvocato Antonio De Michele, che ha difeso l’ex sindaco Giardino. «Si chiude con l’ennesima assoluzione l’ennesimo processo figlio di una stagione triste, che ebbe a portare in carcere o sotto processo tanta gente che dopo il confronto tra accusa e difesa i Giudici hanno assolto».
L’inchiesta volle far luce su cospicui finanziamenti ottenuti e la loro spendita. Nell’impianto accusatorio contestate presunte fatture gonfiate e altrettanti favoritismi. Il Pm Ilaria Toncini aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati, al termine di una requisitoria netta: due anni e 3 mesi per Gaetano Venditti, difeso dall’avvocato Lorusso. Due anni per l’ex sindaco Guglielmo Giardino e Fernando Rosati, difesi rispettivamente da Antonio De Michele e Gina Capuano, dello studio legale di Vittorino Facciolla. 1 anno e 6 mesi invece richiesti per l’ex presidente Iorio, difeso legalmente dall’avvocato Arturo Messere e presente ieri alla sbarra con l’accusa di abuso d’ufficio. Infine, sei mesi per i due fornitori di strumenti e materiale musicale, difesi dall’avvocato Masucci.

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