Integrazione ma anche possibilità concreta di crescita umana e professionale attraverso attività originali ed ecologiche che esprimano al meglio le numerose abilità di cui ogni ospite dei centri di accoglienza è dotato. Da questi presupposti nasce il “Villaggio eco-solidale”, l’iniziativa promossa da Legambiente, associazione 1° Marzo e centro di accoglienza Cascina Garden, nella persona di Tamar Mastronardi, in collaborazione con ben 15 enti locali: Dalla Parte degli Ultimi, Eden, Hr Boiano, il Geco, Sprar Karibù, Sprar Integra Mondo, Malatesta associati, Uds regionale, associazione Vivian Maier, Liberi di Essere, Apac, Giuseppe Tedeschi, cooperativa sociale Haiet e ArcoIris.
L’evento, in programma il prossimo 14 e 15 dicembre in Piazza Municipio, si propone di diffondere la giusta informazione sul fenomeno migratorio e di valorizzare le capacità dei rifugiati e dei richiedenti asilo attraverso il riciclo creativo, con laboratori e successivamente mediante la vendita dei prodotti realizzati insieme ai volontari, molti dei quali esterni alle associazioni.
L’obiettivo principale è quello di creare una rete sul territorio per affrontare un tema, quello dell’integrazione, che, oggi più che mai, richiede una particolare attenzione e maggiore supporto da parte delle istituzioni.
Tre le richieste principali delle associazioni una serie di mozioni da parte dell’Amministrazione capaci di ‘aggirare’ la Legge Salvini; la possibilità di inserire in un consigliere ‘aggiunto’ all’interno del Consiglio comunale di Campobasso per portare al centro dell’Assise le realtà vissute dai migranti; infine la possibilità di conferire la cittadinanza onoraria ai bambini stranieri nati in Molise. Questi i tre temi affrontati nel corso della prima giornata, venerdì 14 dicembre, alle ore 17, durante un convegno che avrà luogo a Palazzo San Giorgio e al quale prenderanno parte l’avvocato Claudio Di Pietro, l’assessore alle Politiche sociali Alessandra Salvatore e i rappresentanti delle associazioni promotrici dell’evento.
Alle ore 18.30 seguirà l’apertura del progetto fotografico sul delicato tema del caporalato a cura dell’associazione Vivien Maier.
Alle ore 19, l’aperitivo etnico a cura dell’associazione 1° Marzo e, a seguire, alle ore 19.30, la particolare iniziativa dell’Unione degli studenti che realizzerà una “intervista doppia”, in stile ‘Iene’, tra i ragazzi della città e i ragazzi degli Sprar del capoluogo.
Sabato 15 dicembre, alle ore 11, ancora un convegno sul tema “Economia circolare, questa sconosciuta”, a cura di Legambiente Molise. Alle ore 18 il laboratorio IntegrArte a cura dell’associazione Malatesta.
Nella due giorni, inoltre, saranno allestiti, in piazza Municipio, laboratori ai quali chiunque potrà prendere parte e il Villaggio eco-solidale in cui saranno esposti e messi in vendita gli articoli realizzati dagli ospiti dei centri di accoglienza. Infine ampio spazio allo sport con un torneo di calcetto.
«Come ben sappiamo con la Legge Salvini è stato abolito il permesso umanitario e, anche chi lo aveva già ottenuto, ora si vede costretto a lasciare i centri di accoglienza – spiega Chiara Zappone, insegnante di lingua italiana presso l’associazione Dalla parte degli ultimi – iniziative come questa sono importanti sotto tanti punti di vista. Per gli ospiti dei centri rappresentano, infatti, la possibilità di mostrare alla popolazione che sono capaci di fare tante cose e di apprendere nuove competenze, cercando così di modificare l’immagine che l’italiano medio ha costruito attorno all’idea di migrante, ossia che vivono a spese dello Stato, “rubano il lavoro agli italiani”, che girano per strada tutto il giorno senza far niente con scarpe firmate e il cellulare di ultima generazione in mano. Inoltre sono importanti per la popolazione locale perché invitano a riflettere sul tema e a cambiare lo stereotipo che si ha sul migrante». E sul modello Riace specifica: «Per noi rappresenta la vera integrazione. Il Molise infatti è molto simile alla Calabria, soprattutto nei comuni dell’entroterra che rischiano realmente di scomparire. Avere persone giovani, italiane o straniere, che ripopolino i nostri paesi, rappresenta dunque un aspetto fondamentale. Ma è importante anche per l’economia locale e per le piccole attività, dagli alimentari alle farmacie, che beneficiano di strutture come Cas e Sprar.
Questo è il nostro scopo: dimostrare che insieme si può vivere.
L’integrazione è molto più semplice di quello che crediamo. È, semplicemente, vivere insieme. E la nostra è la dimostrazione tangibile che tutto ciò si può fare».
Il problema che maggiormente preme alle associazioni è garantire ai migranti, soprattutto ai minori, un futuro sicuro, lontano da ogni pericolo. «Sappiamo bene cosa accadrà se verranno messi alla porta. Purtroppo, pur di sopravvivere, 9 su 10 potrebbero prendere strade poco raccomandabili. Se invece si favorisse un supporto concreto e la possibilità di un inserimento lavorativo potrebbero finalmente dimostrare di cosa sono capaci agendo nella legalità». E sulla Legge Salvini incalza: «Chiamarlo decreto sicurezza è stata pura propaganda. La forma più corretta sarebbe stata decreto ‘insicurezza’. Molti dei nostri ospiti sono qui con il permesso umanitario. Dal 5 ottobre scorso, però, non è più possibile richiederlo o rinnovarlo senza un motivo specifico (studio, salute ecc). La domanda dunque è: a quale destino andranno incontro questi esseri umani se non interveniamo?».
SL  

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