Successo per la ‘Giornata del cuore’ organizzata ieri dalla Fondazione Giovanni Paolo II e dal Banco Popolare.
Sono state centinaia le persone che hanno avuto l’opportunità di effettuare screening cardiologici completi gratuitamente: elettrocardiogramma, esame glicemico e consulto cardiologico. A quasi il 15% dei partecipanti è stato consigliato di valutare insieme al medico di medicina generale di eseguire ulteriori approfondimenti diagnostici.
Il personale della Fondazione, medico, infermieristico e ausiliario, con grande senso di abnegazione, è riuscito a soddisfare tutte le richieste, gestendo un importante volume di pazienti con gradi capacità organizzative e gestionali.
I professionisti della Fondazione vivono il proprio lavoro come una vera e proprio missione al servizio del prossimo. La “Cattolica” è un’istituzione sanitaria no profit di ispirazione cristiana. Queste iniziative di solidarietà nascono soprattutto per offrire servizi alla fasce sociali più deboli, che spesso rinunciano, anche per ragioni economiche, a fare prevenzione.
Alle ore 12 si è svolta la cerimonia di consegna di un defibrillatore semi automatico donato dalla Fondazione Banco Popolare all’associazione di volontariato Croce Azzurra Molisana. L’innovativo strumento salva-vita verrà utilizzato anche per attività di formazione al primo soccorso sul territorio, in collaborazione con gli specialisti della Fondazione Giovanni Paolo II e sarà a disposizione della città qualora si verificassero emergenze.
Nel pomeriggio il Banco Popolare ha tenuto nei suoi locali un convegno dal titolo “Prevenzione e cura malattie cardiovascolari” che ha registrato un’importante partecipazione.
Dopo il saluto di Ernesto D’Aquila, direttore Bpm Molise, ha relazionato sull’argomento Giuseppe Triggiani, cardiologo-emodinamista della Fondazione Giovanni Paolo II.
L’associazione “Amici della Cattolica” ha promosso l’evento su tutto il territorio, contribuendo al successo dell’iniziativa.
Nel corso dell’incontro è stata illustrata l’innovativa metodica Tavi (Transcatheter Aortic Valve Implantation) una tecnica che sta cambiando il panorama degli interventi in ambito cardiovascolare. Tavi è una protesi valvolare che non richiede l’uso del bisturi, è un’operazione di microchirugia, decisamente meno invasiva. Viene applicata attraverso un catetere inserito in un foro nell’arteria femorale, a livello inguinale, si entra dentro la valvola aortica nativa e si inserisce dentro la vecchia una nuova valvola in materiale autoespandibile oppure montata su un pallone dilatatore. Nei casi per i quali non è possibile la sostituzione per via percutanea, viene utilizzata un nuovo tipo di protesi che non viene suturata al cuore. Non è necessaria l’apertura completa del torace.
Con una piccola incisione, come per una normale coronarografia, viene inserito un catetere nell’arteria femorale. Gli interventi sono stati eseguiti in alcuni casi senza anestesia. Questa tecnica è indicata per i soggetti in età avanzata che, senza trattamento, avrebbero una prognosi infausta e le cui malattie associate determinano un aumento del rischio di mortalità per l’intervento. La ‘Cattolica’ è tra i pochi centri in Italia a praticare questa innovativa tecnica.
Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora la principale causa di morte nel nostro Paese, essendo responsabili del 44% di tutti i decessi. In particolare, la cardiopatia ischemica è la prima causa di morte in Italia, rendendo conto del 28% di tutte le morti. Nonostante le numerose iniziative di sensibilizzazione della popolazione a queste tematiche, un’indagine condotta in tutta Italia ha dimostrato che solo il 38% delle persone ad alto rischio cardiovascolare conosca la propria condizione e sia in grado di attuare concretamente comportamenti e stili di vita adeguati. Gli esperti segnalano come questo sia fondamentale ma sottolineano anche l’importanza delle nostre abitudini, per modificare positivamente un’eventuale predisposizione. Il principale obiettivo per la prevenzione delle malattie cardiovascolari è migliorare le buone pratiche per quanto concerne i fattori modificabili – nutrizione, attività fisica, fumo e alcol, inquinamento – secondo modalità personalizzate e consolidabili nel tempo e adottare appropriate strategie di screening per identificare in modo individuale i fattori non modificabili di carattere genetico/epigenetico.

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