Angelo Giustini, generale di divisione della Guardia di Finanza nominato venerdì scorso dal governo commissario ad acta per la sanità molisana, nella giornata di oggi – se non ci saranno contrattempi o cambiamenti – si recherà al ministero della Salute. Entro poche ore dovrebbe chiudersi la parte formale con l’accettazione dell’incarico, sia per lui sia per il sub commissario Ida Grossi. Queste le indiscrezioni che trapelano dai palazzi istituzionali della Capitale.
Carriera militare e medica si intrecciano nella vita dell’alto ufficiale delle Fiamme Gialle: nefrologia e malattie cardiovascolari le sue specializzazioni. Fin quando non sarà insediato nella carica, ha fatto sapere, non rilascerà dichiarazioni.
Tecnicamente, il 65enne originario dell’Aquilano, al momento è un militare in ausiliaria. Capo della Direzione Sanità della Gdf fino al 2013, da due anni è in congedo e a disposizione della Pa: può essere richiamato per altri incarichi istituzionali. Il governo Conte lo ha voluto alla gestione del piano di rientro in Molise. In questo periodo è stato anche consulente esterno del dipartimento Informazione e Sicurezza di Palazzo Chigi: in poche parole, i Servizi.
Tutte informazioni che il governatore Donato Toma ha acquisito, avendone spulciato il curriculum. I consulenti giuridici e i legali cui il presidente si affida stanno studiando due ricorsi alla Corte costituzionale: uno contro il decreto di nomina del commissario e l’altro contro l’incompatibilità quando sarà sancita dalla legge in corso di approvazione alla Camera. Nulla contro Giustini e Grossi che, ribadisce a margine della conferenza stampa di presentazione degli screening diabetologici, sono «persone perbene». È una questione di principio.
La delibera del Consiglio dei ministri assegnerà le competenze ai due tecnici. Tolte quelle, Toma farà la «ricognizione dei compiti che residuano rispetto a quelli attribuiti al commissario». Aggiunge: «Una volta c’era il distacco di retina… io ho un distacco di sanità, il bilancio della sanità (si chiama infatti Gsa cioè Gestione sanitaria accentrata, ndr) è completamente avulso da quello regionale, se non per il trasferimento di fondi che competono alla Regione». Del resto, «il commissario ha poteri ampi, addirittura potrebbe caducare provvedimenti legislativi regionali che vadano in contrasto col piano di rientro». A Giustini assicura collaborazione, anche se incalzato dai cronisti rileva: «Tutti e due laureati in medicina, tutti e due hanno un curriculum con le esperienze, ma non c’è il track record, il vissuto di quelle esperienze».
In questa storia c’è un dato politico incontrovertibile: 5s e Lega si sono spartiti le nomine, e Toma sul punto pur ironizzando rimarca che col manuale Cencelli si dava spazio pure alle minoranze e non solo alla maggioranza, e l’alleato Lega ha detto sì al suo esautoramento dalla gestione della sanità. «Non mi sento tradito dalla Lega, ha un contratto. Anche se non penso che si possa governare con i contratti, io ti do se tu mi dai, il governo di un Paese è un rapporto prima di tutto etico».
Ma tant’è, siamo qui. Al commissario il governatore chiederà di «tenere in debito conto le esigenze del territorio, so che dovrà farlo compatibilmente con piano di rientro». Aspetta di vedere come si muoveranno Giustini e Grossi, ma il trend della sanità è positivo, conferma Toma confortato dalla relazione della dg Salute Gallo e dal manager Asrem Sosto. «La mia previsione è che si possa uscire dal piano di rientro da qui a un anno e mezzo, massimo due».
Sarà il generale a traghettare il Molise fuori dal guado. Toma non lo ha ancora sentito, non dubita però che accadrà a breve.

ritai

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.