Oggi siamo abituati: per un punto nascita servono 500 parti l’anno, per la cardiochirurgia o la neurochirurgia c’è bisogno di avere 600mila abitanti.
Pochi sanno o ricordano che l’articolo 132 della Costituzione prevedeva il requisito di un milione di abitanti per la creazione di nuove Regioni (attraverso la fusione con altre o il distacco da altre). L’XI disposizione transitoria della Carta repubblicana nel 1947 corresse il tiro: si possono, così la norma, «con leggi costituzionali, formare altre Regioni, a modificazione dell’elenco di cui all’articolo 131, anche senza il concorso delle condizioni richieste dal primo comma dell’articolo 132, fermo restando tuttavia l’obbligo di sentire le popolazioni interessate».
Fu questa disposizione, insieme alla testardaggine della classe dirigente molisana dell’epoca, che consentì la prima e finora unica nascita di una Regione per distacco.
Una storia autonomista, quella del Molise, che risale almeno al Regno di Napoli. Sopita nel ventennio fascista e ripresa subito dopo. Nel 1946, la seconda Commissione per la Costituzione propose il Molise come regione a sé stante, idea confermata l’anno successivo da un’inchiesta promossa dalla presidenza dell’Assemblea per le nuove Regioni. Ma poi il Molise non fu incluso fra le Regioni autonome. «Nel nostro Molise – così prese atto amaramente l’onorevole Colitto – sono venute personalità di prim’ordine di tutti i partiti. Avendo sentito i bisogni del nostro Paese, non hanno esitato un istante a dire che sarebbero ritornati in Parlamento a sostenere le ragioni del Molise. E adesso vedo con dolore che… si è concordi nel sostenere il contrario. (…) E io sono dolente di dover dichiarare che come sulle piazze voi siete venuti a dire che difendevate il nostro buon diritto, io andrò predicando, invece, che il Molise non avrà raggiunto le sue idealità, per le quali combatte da 30 anni…».
Servirono 15 anni ancora, un paio di proposte di legge del senatore larinese Giuseppe Magliano, la seconda andò a segno dopo la consultazione referendaria fra i Comuni di Abruzzo e Molise, sostenuta da tutti i parlamentari molisani dell’epoca (tra gli altri Lapenna, e Sedati che nel 1963 fu anche sottosegretario all’Agricoltura): il Parlamento definitivamente sancì, il 17 dicembre 1963 (con legge costituzionale 3 promulgata il 27 dicembre dello stesso anno) la nascita della Regione Molise che divenne ufficialmente operativa dopo le elezioni del giugno 1970.

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