La nota arriva in serata nel giorno che era stato annunciato al Ministero nell’ultima riunione: il 7 gennaio. Amadori ufficializza che sono iniziate le attività di messa a regime degli impianti all’incubatoio di Bojano. Le opere di riqualificazione erano iniziate a febbraio scorso. La ristrutturazione è stata cofinanziata dal Psr, la Ripro-Coop (del gruppo di Cesena) ha beneficiato di un contributo pari a 2,5 milioni.
L’azienda riferisce che «nella nuova struttura sono impiegati 15 lavoratori» e che «le assunzioni saranno incrementate nel corso dei prossimi mesi, in linea con gli impegni assunti dal gruppo con tutte le parti sociali».
Nei mesi scorsi i colloqui hanno riguardato le 30 persone che lavoravano all’incubatoio Gam prima della chiusura. Una ventina di loro ha accettato l’offerta, altri dieci invece hanno declinato. Il contratto proposto, come prevedono d’altro canto le intese firmate a Roma nel 2017, è a tempo determinato: si lavorerà due o tre giorni a settimana per circa 140 giornate annue. Per il resto si avrà accesso alla disoccupazione.
Da dipendenti dell’industria, si diventa avventizi. Meglio di nulla, per alcuni. Per altri, invece, precariato e stipendi inaccettabili. A regime, nel primo periodo, Amadori ha stimato di utilizzare 30 unità, resta da capire come saranno scelte le dieci che dovranno sostituire coloro che, pur facendo parte del bacino Gam, hanno rinunciato.

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