Sea Watch come la Diciotti. Alla vigilia della pronuncia della giunta per le elezioni e le immunità parlamentari del Senato sulla richiesta di autorizzazione a procedere avanzata dal Tribunale dei ministri di Catania nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini (l’organismo ne discuterà domani), Salvatore Di Pardo, il legale che presentò ricorso al Tar ad agosto, è pronto a fare il bis.
L’amministrativista molisano, noto per ricorsi e vicende giudiziarie importanti nella storia politica della regione (tra le altre cose il ricorso l’ex presidente Frattura che portò all’annullamento del voto del 2011 e la decadenza di Berlusconi che fece rientrare in Senato Ulisse Di Giacomo) rappresenta alcune Ong impegnate in azioni di salvataggio. «Facemmo ricorso al Tar con una serie di associazioni – ricorda – perché chiedevamo quale è l’atto che consente al ministro e a tutto il governo di tener ferme le persone su una nave, atteso che la libertà di circolazione può essere limitata solo da un intervento dell’autorità giudiziaria. Perché Salvini può fare deroghe alle procedure? È questo il punto: e vale sia per la Diciotti, che è una nave italiana e quindi i migranti saliti a bordo erano già in territorio italiano, sia per la Sea Watch 3, che è olandese, ma ha soccorso migranti e ha diritto ad attraccare in un porto sicuro, tra i più vicini evidentemente. Questo dice la legge».
«L’intervento del Tribunale dei ministri – spiega ancora l’avvocato – è quasi un atto dovuto alla luce di quello che è stato il comportamento di Salvini. Noi lo avevamo evidenziato davanti al giudice amministrativo. Avevamo impugnato i provvedimenti in seguito al tweet con il quale di fatto era stata impedita l’attività della Pubblica amministrazione e di fatto impedito lo sbarco dei migranti. Oggi il Tribunale riconosce che non è stato un atto politico, ma un’azione indebita del ministro sull’attività amministrativa che di fatto ha confinato esseri umani su una nave. Una conferma delle argomentazioni contenute nel ricorso al Tar che poi è stato immediatamente seguito dallo sbarco dei migranti».
Come nel caso della Diciotti, anche adesso non c’è un provvedimento. «Mi sembra – così Di Pardo – che si continuino a mischiare le posizioni sull’immigrazione con il salvataggio delle persone in mare. Il tutto è invece regolato da leggi italiane e internazionali».
Come Berlusconi, Salvini è protagonista di uno scontro con la magistratura. Non è l’unica analogia che ravvede l’avvocato: «Tutti e due vanno davanti alla giunta per le elezioni. Tutti e due potranno veder mutato il loro destino politico in base a quello che accadrà alla giunta e poi al Senato».
ppm

Appello della Garante per i minori a bordo: tuteliamo i loro diritti

La Garante dei diritti della persona del Molise Leontina Lanciano condivide la presa di posizione dell’associazione italiana magistrati per i minori e la famiglia in merito al caso Sea Watch. «Bisogna tutelare – dice Lanciano – i diritti dei minorenni».
«Sulla nave, ora in acque territoriali italiane, tra i soggetti maggiormente vulnerabili, vi sono 8 minori soli e 5 minori accompagnati da adulti di riferimento», rende noto l’associazione. «Il rispetto della legge e delle regole vigenti in Italia, in osservanza degli obblighi internazionali, dell’attuazione delle direttive europee in materia di accoglienza, della disciplina specifica per la tutela e protezione delle persone straniere di età minore che si trovano in territorio italiano, in applicazione del principio di uguaglianza e di non discriminazione, prevede il divieto di respingimento, il divieto di espulsione, il diritto ad essere identificati e informati sui loro diritti, il diritto alla presunzione della minore età fino all’esito dell’accertamento, il diritto all’accoglienza», nonché il diritto alla nomina del tutore, all’ascolto, al ricongiungimento familiare, all’affidamento familiare e all’inclusione sociale.
Per la condizione di vulnerabilità delle persone minorenni straniere, ricorda l’Aimmf, l’applicazione della legge deve essere garantita senza ritardo nel momento di arrivo alla frontiera per non prolungarne la sofferenza e il trauma patito. L’intervento urgente di accoglienza e di protezione, inoltre, è questione diversa dall’individuazione del luogo stabile di permanenza dei migranti minorenni e «a questo proposito, già nel recente passato, sono stati efficaci i progetti di “ricollocamento” presso gli Stati membri dell’Ue, che rispondono, peraltro, alla progettualità e al sogno di molti dei minori soli». Quindi, l’associazione di magistrati, «pur ritenendo non più procrastinabile il rispetto della legge per i minori stranieri presenti in Italia sulla nave Sea Watch per le misure urgenti di accoglienza, di salvaguardia e tutela richiama anche l’applicazione dell’articolo 80 del TFUE e le politiche dell’Ue ispirate al principio di solidarietà e di mutua collaborazione».

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