Deflagrante, come era normale che fosse. La notizia dei due procedimenti per scambio elettorale politico mafioso aperti dalla Procura distrettuale di Campobasso ha sconvolto il Molise e calamitato sulla XX Regione l’attenzione della politica e delle istituzioni nazionali.
Ieri è intervenuto il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra. Con un post su Facebook, prima. Poi con le dichiarazioni rilasciate al nostro giornale.
«Apprendiamo di indagini per scambio elettorale politico mafioso in Molise, nelle recenti elezioni 2018», ha scritto sul popolare social network Morra, condividendo l’articolo di Primo Piano Molise sulle rivelazioni emerse dalla relazione del procuratore generale Rispoli all’inaugurazione dell’anno giudiziario sabato scorso.
«Una regione, per quanto piccola, viene sconvolta da questa inchiesta, perché la si riteneva immune al tumore mafioso. Questa indagine dimostra per l’ennesima volta però che non esistono “isole felici”. Il compito dello Stato – così Morra – è fermare subito questo fenomeno, in Molise come altrove, affinché non metta radici come in altre zone d’Italia, producendo metastasi che infetterebbero ancora di più il tessuto sociale e produttivo molisano. E tutti, ripeto tutti, stiano più attenti nel vigilare su fenomeni che dobbiamo rifiutare e denunciare. A meno che non si sia collusi e sodali».
Genovese, ma vive da anni a Cosenza (dove è stato eletto), Morra è a capo dell’organismo parlamentare Antimafia dal 14 novembre 2018.
«Sono convinto – ha aggiunto a Primo Piano – che noi si debba prestare attenzione a tutti, anche i più banali e minimi, fenomeni di controllo del voto perché inficiano la validità democratica del voto stesso, questo da Lampedusa a Courmayeur. Non sappiamo se le indagini riguardino le politiche o le amministrative. Sono portato a pensare alle amministrative perché siamo più avvezzi a questo. Qualora dovesse trattarsi delle politiche, sarebbe ancora più grave perché far entrare in Parlamento chi ha ricevuto l’aiuto della criminalità sarebbe vergognoso per gli italiani. Ma anche nel caso delle amministrative dobbiamo prestare la massima attenzione». Perché le mafie, prosegue il senatore 5s, puntano «al controllo dell’attività economica per insediarsi in maniera parassitaria nel sistema produttivo sano». E soprattutto nel centrosud molta parte è ancora legata all’economia gestita dall’ente pubblico». Perciò Morra rilancia la necessità di monitorare costantemente per esempio il settore della sanità, per i piccoli numeri del Molise – dice – «l’azienda sanitaria regionale ha un fatturato tale da imporla come realtà» ed è «pur sempre sotto il controllo della politica».
La consegna del presidente dell’Antimafia, quindi, è «prevenire possibili infiltrazioni di un certo tipo».
In linea generale, comunque, l’ipotesi di voto di scambio «dovrebbe comportare l’attenzione massima da parte di tutti, fosse pure in un centro di 700 abitanti, e so che in Molise ce ne sono anche di più piccoli. La mafia non coincide con Palermo o Reggio Calabria. Oggi non c’è alcuna enclave che si possa dire isola felice».
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