È il giorno di Conte. Il premier è atteso in prefettura a Campobasso alle ore 9. Alla platea formata da rappresentanti di istituzioni, associazioni di categoria e società civile, il capo di Palazzo Chigi illustrerà il ‘piano’ per il 2019: un Contratto istituzionale di sviluppo capace di mettere in moto investimenti e processi virtuosi per rilanciare il territorio e ‘liberare’ le tante energie che ci sono pure in Molise. Alla vigilia dell’appuntamento, Cgil, Cisl e Uil Molise – di ritorno dalla grande mobilitazione a Roma – salutano l’arrivo del premier come un «fatto positivo», ma sottolineano l’atteggiamento di chiusura di questo presidente che viene per parlare di politiche di rilancio del Sud ma taglia fuori i sindacati.
«L’idea che si continua ad avere è quella di esclusione e non di inclusione – scrivono i segretari Franco Spina, Gianni Notaro e Tecla Boccardo – eppure chi si adopera quotidianamente per far crescere il Paese sono i lavoratori, insieme a precari e pensionati che comunque contribuiscono a far sopravvivere il nostro flebile sistema economico e sociale. Parecchie sono le cose che avremmo voluto rappresentare al Presidente del Consiglio, in quanto numerose sono le cose che non vanno e che necessitano di una attenzione particolare. Il Molise, come tutto il Mezzogiorno, ha un estremo bisogno di politiche mirate, di piani organici di sviluppo e condivisione progettuale. In virtù di questa urgenza, contiamo su un Contratto Istituzionale di sviluppo che abbia le caratteristiche della concretezza e dell’immediatezza di interventi utili e necessari al Molise. In questa Regione occorre ancora comprendere se e come sono state spese le risorse precedenti, quali siano stati i risultati raggiunti, come e a che punto siano le politiche relative alle aree di crisi, quali strumenti eccezionali si intendono porre in essere per fronteggiare una crisi che vede il Molise sempre più povero, tanto da rientrare nei parametri del cosiddetto Obiettivo uno. Una Regione in forte spopolamento (soprattutto giovanile) e con sempre meno risorse proprie per garantire i diritti e servizi minimi.
Di accordi e protocolli ne abbiamo visti già tanti, ma se dovesse servirne un altro siamo pronti a discuterne e valutarne i contenuti. Intanto, se si vuole difendere il sud, come si dice, occorre prendere posizione sulla richiesta di autonomia differenziata avanzata dalle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna e serve affermare con chiarezza che il Mezzogiorno non è un problema per una parte di nazione, bensì può essere una risorsa per l’Italia intera. Il prossimo 15 febbraio, il Presidente Conte incontrerà i Governatori delle regioni menzionate e ci attendiamo una risposta netta contro il tentativo di creare Regioni a velocità differenziate, forti al Nord e deboli al Sud. Così come ci aspettiamo che si intervenga sulle politiche di difesa dei diritti costituzionali quali la sanità, i trasporti, la scuola, diritti esercitabili al nord quanto al sud. Infine, è utile ricordare che se si vuole realmente rilanciare il Mezzogiorno, dunque regioni come la nostra, servono risorse nuove e non quelle già assegnate alle regioni dall’Unione Europea, evitando quanto avvenuto con il Patto per il sud. Considerato che non è stato possibile incontrare il Presidente del Consiglio, provvederemo a inviargli alcune nostre analisi, valutazioni e le nostre proposte rispetto a ciò che, a nostro avviso, serve al Molise e serve al più presto non avendo più tempo da perdere. I lavoratori, i precari, ma anche il tessuto produttivo non intendono rassegnarsi al proprio destino e la giornata di ieri a Roma, ne è la dimostrazione.
Per una politica del Cambiamento, quello vero, occorre includere non escludere. Di questo e altro sarebbe stato utile discutere con il premier Conte, ma non potendogli parlare, a lui porgiamo comunque il nostro benvenuto in Molise».
Dopo l’incontro in prefettura il presidente del Consiglio andrà all’istituto comprensivo Leopoldo Montini per un breve incontro con studenti e docenti.

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