Il boom di domande per ‘Quota 100’ continua. Finora sono arrivate all’Inps 42.397 richieste di prepensionamento, di cui 16.510 provengono dal settore privato e 13.950 dal pubblico. In Molise, sono state presentate 356 domande.
Il sociologo Antonio Schizzerotto, professore all’Università di Treno, osserva su Repubblica che è sorprendente che sia proprio il pubblico impiego a fare domanda e che queste ultime potrebbero addirittura essere congelate. La spiegazione del sociologo su questo fenomeno è che «gran parte degli incarichi nel pubblico impiego sono prevalentemente di carattere esecutivo in genere solo ai dirigenti sono riservate le gratificazioni psicologiche».
‘Quota 100’ permette di andare in pensione a chi ha almeno 38 anni di contributi e 62 anni d’età, ma è una misura sperimentale, finanziata solo per i prossimi tre anni.
Per ora in testa al numero di domande presentate c’è il Sud con 17mila richieste, seguito dal Nord con 14.394 e alle 11mila del Centro. Una proporzione non rispettata perché il numero di occupati nel Mezzogiorno sono meno rispetto al resto d’Italia. È comunque difficili pensare che questa nuova categoria di pensionati favorirà i giovani lavoratori come pensato dal governo. «L’ipotesi che ci sia una corrispondenza 1 a 1 tra pensionato e lavoratore non regge – afferma Schizzerotto -. Non ci sono investimenti industriali, il lavoro è sempre più precario, molte attività svolte dai pensionandi sono scomparse o stanno per scomparire, se il ricambio sarà del 50% sarà già un successo, alla fine ci sarà comunque una riduzione della popolazione attiva».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.