Il Tar Molise ha respinto il ricorso del Forum per la sanità pubblica che chiedeva l’annullamento del decreto dell’ex commissario Frattura che ha riorganizzato le reti tempodipendenti (per ictus e infarto). In base a questo decreto, l’Asrem ha approvato a luglio 2018 il protocollo d’intesa con il Neuromed per la gestione delle emergenze neurochirurgiche. Il Forum chiedeva di annullare pure questo atto.
La censura, che i ricorrenti hanno sottoposto al Tar anche per le urgenze cardiochirurgiche in relazione alla Cattolica, è questa: secondo il Forum, il decreto 47 ha determinato «lo smantellamento dei presidi sanitari pubblici e la soppressione di neurochirurgia e cardiologia del Cardarelli di Campobasso, con conseguente trasferimento delle stesse in favore di Neuromed e Fondazione Giovanni Paolo II».
Secondo i giudici amministrativi, non è così. Perché, si legge nella sentenza depositata il 29 aprile, «al contrario, nel sistema delineato negli atti gravati, gli erogatori privati non sostituiscono ma si affiancano ai presidi pubblici e ciò nel dichiarato e condivisibile percorso di integrazione tra pubblico-privato già avviato e previsto nel Pos 2015-2018».
C’è un altro punto evidenziato dal Forum nei ricorsi. Alcuni decessi, come quello di Michele Cesaride a luglio scorso per un ictus, che a parere del comitato sarebbero stati causati dalla riorganizzazione delle reti di emergenza. Sul punto, conclude il Tar prima del dispositivo con cui respinge il ricorso: «Anche i fatti di cronaca riportati in sede di gravame non dimostrano la sussistenza di un nesso di causalità eziologica tra l’organizzazione della rete sanitaria qui in contestazione e gli eventi infausti occorsi agli sfortunati pazienti, nesso eziologico la cui rilevanza non sarebbe comunque conoscibile né accertabile in questa sede».
I legali del Forum Massimo Romano e Giuseppe Ruta preannunciano appello: «Il Tar non ha minimamente vagliato l’assoluta anomalia dell’attuale organizzazione, che ha previsto la concentrazione di tutti i posti letto di neurochirurgia in una struttura privata geograficamente periferica e non baricentrica, sprovvista di Pronto soccorso, nella quale i pazienti possono essere ricoverati soltanto “in regime di elezione”, ossia in modo programmato e previo assenso della struttura stessa. Allo stesso modo, non è stato proprio preso in considerazione l’incremento della mobilità passiva per la prevista remunerazione delle prestazioni tempo dipendenti extrabudget, oltre i limiti di spesa contrattualmente assegnati, ancora di recente censurata dal Tavolo tecnico secondo quanto riportato dagli organi di stampa ma ignorata dal giudice amministrativo. Il tutto senza che la Asrem abbia reso noti gli esiti dei controlli interni disposti sui recenti tragici decessi di pazienti affetti da malattie tempo dipendenti né le ragioni per le quali non sia stato possibile ricoverarli nei centri privati regionali».

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