«Chi si illude che si possa fare a meno del giornalista utilizzando gli smartphone, evidentemente si sbaglia».
Antonio Lupo, consigliere dell’Ordine regionale che insieme al collega Domenico Bertoni ha proposto l’iniziativa sposata dall’Odg e che si è svolta ieri mattina in piazza Municipio a Campobasso, ha sintetizzato così la situazione che «solo chi lavora nelle redazioni locali conosce».
In occasione della Giornata sulla libertà di stampa, una delegazione del consiglio direttivo dell’Ordine ha tenuto un sit-in nel capoluogo per sensibilizzare istituzioni sulla crisi profonda che vive il settore in Molise: a rischio decine di posti di lavoro, testate storiche – cartacee e televisive – sono a un passo dal baratro. In maniera sconcertante, nel silenzio di tutti. I fondi nazionali sono diminuiti ed è cambiato il criterio di riparto, il nuovo premia le aree geografiche ricche, ricche dal punto di vista economico e dal punto di vista demografico. Penalizza, quindi, i territori come il Molise e i suoi editori.
Che, ha detto Lupo, «hanno bisogno di ossigeno, di contributi come qualsiasi altro settore economico. Sinora non è stato prodotto alcun risultato». I tempi della politica, ha ribadito, non sono quelli delle imprese: «Se i fondi ci sono, devono essere spostati dove se ne individua la priorità e noi crediamo che l’editoria sia prioritaria». Bisogna, quindi, sbloccare i contributi, adeguare la legge regionale per l’editoria anche alla luce delle modifiche intervenute a livello nazionale e dotarla di una maggiore copertura finanziaria: queste le richieste illustrate da Bertoni.
In piazza anche l’avvocato Enzo Iacovino, che professionalmente si è sempre occupato di contenziosi riguardanti la stampa e l’editoria.
Da Giovanni Minicozzi, di Telemolise, l’appello ad Assostampa (che in piazza non c’era). E che a livello nazionale è rappresentata da Fnsi che si costituirà al Consiglio di Stato contro il ricorso delle piccole tv locali. «Impensabile che gli organi di stampa in una regione così piccola possa autofinanziarsi. Serve un intervento pubblico. Oggi ci sono le condizioni per erogare i contributi e non si erogano, questa cosa è indegna», così Minicozzi.
Quella di ieri non era una giornata di protesta, ma al sindacato in particolare è stato chiesto di pensare anche ad azioni di lotta decise, per esempio uno sciopero.
Prima che cali il sipario su una professione che in Molise incarna in maniera più forte difetti – come ha dimostrato la presenza di pochi giornalisti in piazza come se il destino non fosse affidato alle mani di ognuno – e anche pregi (la tenacia e l’onestà intellettuale di chi continua a raccontare il Molise), bisogna ricordare che «il giornalista è l’ultimo baluardo, il più importante, della democrazia».

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