L’informazione è servizio pubblico. Quella del giornalista più che una professione è una missione. Tiziano Terzani rispondeva così a chi gli chiedeva se il giornalismo fosse un mestiere come tanti o un’altra cosa. «È un mestiere, ma non come tanti. Non è una cosa che fai andando a lavorare alle 9 del mattino e uscendone alle 5 del pomeriggio; è un atteggiamento verso la vita che muove dalla curiosità e finisce col diventare servizio pubblico: è missione». Una figura di cui, al tempo dei social, qualcuno pensa di poterne fare a meno. E invece si sbaglia. L’ha detto anche l’ex presidente, oggi consigliere dell’Ordine regionale dei giornalisti, in piazza Prefettura l’altro giorno. Durante il sit-in promosso in occasione della Giornata sulla libertà di stampa per sensibilizzare le istituzioni sulla crisi che attanaglia il settore dell’editoria, Lupo ha sollecitato lo sblocco dei fondi per un comparto che come tutti ha bisogno di ossigeno, sostegno economico, contributi. Perché appunto la professione del giornalista è missione ovvero servizio pubblico.
Lo hanno capito anche i lavoratori dell’ex Gam in presidio dal 30 aprile davanti alla storica azienda di Monteverde che l’informazione è vitale per la vita di una comunità. Ieri mattina, sotto una pioggia battente, le associazioni che hanno aderito al presidio di protesta hanno manifestato la loro solidarietà alla stampa. In un cartello il loro appello alle istituzioni: «Siamo tutti solidali, l’editoria è la nostra voce».

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