Suppergiù stakanovisti, comunque non ‘latitanti’. I due senatori fissi a Palazzo Madama e appaiati: sia Di Marzio sia Ortis hanno 3.444 presenze su 3.550 sedute (97,01%). I deputati non sfigurano. I due 5 Stelle Testamento e Federico oltre il 92%. Staccata dai due pentastellati Occhionero (Leu) con l’82,55% ma l’avvocatessa di Campomarino ha pure la più alta percentuale di missioni (8,37%).
Tartaglione, molisana eletta in un collegio pugliese, totalizza il 72,73% di presenze.
Un’avvertenza è d’obbligo e vale per tutti i parlamentari il cui indice di produttività pubblicato da Openparlamento è stato pubblicato ieri dal Fatto Quotidiano. E cioè che con ‘assenza’ si intendono i casi di non partecipazione al voto: sia quello in cui il parlamentare è fisicamente assente (e non in missione) sia quello in cui è presente ma non vota e non partecipa a determinare il numero legale nella votazione.
Sulla sezione Parlamento di Openpolis, dunque, i dati sull’attività di deputati e senatori eletti poco più di un anno fa. Antonio Federico, 5 Stelle, presente a Montecitorio 9 volte su 10 (92,36%) e neanche un voto ribelle (difforme dal gruppo di appartenenza). Oltre che stakanovista, fedelissimo alla linea. Rosalba Testamento, presente nel 93,25% dei casi, per tre volte ha votato in maniera differente dal resto dei grillini: l’ultima volta il 9 aprile a favore di un emendamento poi respinto (insieme a lei lo hanno fatto altri sei 5s).
Dei deputati eletti in Molise, la più ribelle è Occhionero: cinque le scelte diverse da quelle del resto di Leu, l’ultima il 10 aprile scorso, pure lei su due emendamenti (uno di Epifani) a cui era contraria.
Molto più spesso di lei, però, è Annaelsa Tartaglione a rivendicare la libertà di voto: 48 le scelte differenti da quelle del gruppo di Fi per la deputata che è anche coordinatrice regionale degli azzurri. Fatto non inusuale, anche la sua collega Savino (forzista eletta in Puglia) ne ha totalizzato finora 40.
Il 17 aprile scorso, il 48esimo voto ribelle di Tartaglione: insieme ad altri cinque colleghi forzisti ha detto sì a un emendamento presentato dalla parlamentare dem Paita.
A Palazzo Madama, fra i molisani il più ribelle è il dottore Luigi Di Marzio: sei voti non in linea, l’ultimo su un emendamento al ‘decretone’ che è stato approvato e a cui il senatore ha detto no insieme però ad altri 41 pentastellati (47 quelli favorevoli).
Una sola ribellione, invece, da parte di Fabrizio Ortis: il 28 novembre scorso ha detto sì ad alcuni emendamenti al dl fiscale, unico fra i senatori dei 5 Stelle, che poi sono stati respinti.

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