Il Tar del Lazio ha ordinato al ministero dell’Interno di spiegare entro e non oltre 30 giorni sulla base di quali presupposti ha determinato e ripartito fra i quasi ottomila Comuni italiani le somme del Fondo di Solidarietà, riparto che ha tagliato fondi per servizi pubblici essenziali (asili nido, trasporti, assistenza sociale). Il Tar ha deciso con questo primo provvedimento sul ricorso presentato dall’avvocato Salvatore Di Pardo a nome di 60 comuni.
La ripartizione viene effettuata dalla presidenza del Consiglio dei ministri sulla base del fabbisogno di ciascun Comune verificato in via preventiva di anno in anno, ma quest’anno non è andata così.
Da una nota del ministro dell’Interno Salvini, i Comuni hanno saputo che il fondo è stato decurtato di oltre 500 milioni, di cui – sostiene Di Pardo – risulta oscuro l’utilizzo, e le rimanenti risorse vengono ripartite secondo criteri che non corrispondono ai fabbisogni dei singoli Comuni e sono in contrasto con quanto a novembre lo Stato e la Commissione tecnica dei fabbisogni standard avevano rilevato.
«Decine i Comuni che pur avendo tantissimi bambini a cui assicurare il servizio nido (0-2 anni) vedono, secondo tale singolare interpretazione, individuato un fabbisogno zero, a cui corrispondono zero risorse assegnate – spiega Di Pardo – È questo il caso del Comune di Riccia, in provincia di Campobasso, che pur avendo 96 bambini di età compresa fra i 0 e 2 anni vede individuato un fabbisogno zero e dunque non gli viene ripartita alcuna risorsa per l’istituzione degli asili nido».
Una nuova udienza si terrà in autunno.
«Dal Fondo di solidarietà nazionale, sarebbero, solo per il Molise, 24 milioni di euro per il 2019; mancheranno ai servizi pubblici essenziali, come ad esempio gli asili nido e trasporti», commenta la capogruppo del Pd in Consiglio regionale Micaela Fanelli. «Vinto il primo tempo, bisognerà poi vincere la partita», aggiunge. «Roma da oggi ha capito che il Molise merita il rispetto e la considerazione finora negatagli».

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