Dopo due cali consecutivi, nel primo trimestre del 2019 il numero di persone occupate torna a crescere, seppure lievemente, in termini congiunturali, facendo registrare un aumento di 25mila (+0,1%). A livello tendenziale l’Istat riscontra una crescita di 144mila occupati (+0,6% in un anno).
Il tasso di occupazione sale al 58,7% (+0,1 punti), sintesi dell’aumento per le donne (+0,3 punti) e della stabilità per gli uomini; alla crescita del Nord (+0,4 punti) si contrappone la diminuzione nel Centro e nel Mezzogiorno (-0,1 punti in entrambi i casi). L’indice di disoccupazione nel primo trimestre del 2019, dopo la crescita del trimestre precedente, diminuisce in termini congiunturali portandosi al 10,4% (-0,2 punti). Il tasso di inattività rimane stabile al 34,3% in tre mesi.
Anche in regione si registrano dati col segno più. Nei primi tre mesi del 2019, in Molise gli occupati sono 106mila, mille in più rispetto allo stesso periodo del 2018 (il dato medio complessivo dello scorso anno è pari a 107mila). L’indice di occupazione è del 52.8% (era il 51.5 nel primo trimestre 2018). Quattordicimila i disoccupati (15mila nel primo trimestre 2018 e 16mila mediamente nell’anno). Il tasso di disoccupazione è sceso all’11.7% (12.2 nello stesso periodo 2018).
Gli inattivi in totale sono 148mila (erano 152mila nello stesso periodo un anno fa), 26mila forze lavoro potenziali e 122mila che invece non cercano un’occupazione.
«Qualcuno profetizzava che smontando il Jobs act sarebbe arrivata l’invasione delle cavallette, si sarebbero persi migliaia di posti di lavoro e sarebbe saltato per aria il Paese. Beh, si sbagliavano.
I dati diffusi in questi giorni dall’Istat – il commento del ministro Luigi Di Maio – dicono che sono aumentate le persone che hanno un lavoro. Allo stesso tempo diminuisce anche il tasso di disoccupazione che scende al 10,4% (era al 10,6%). Questi numeri non servono per dire che siamo bravi. Servono per dire che bisognava fare il contrario di quello che hanno fatto Pd e compagnia cantante, cioè rendere più conveniente assumere a tempo indeterminato, e noi abbiamo iniziato a luglio dell’anno scorso con il decreto che abbiamo chiamato – non a caso – decreto Dignità. Adesso andremo avanti, sappiamo bene che la strada è lunga ancora, ma imprenditori e cittadini hanno dimostrato che non è tagliando i diritti che si fa ripartire l’Italia. È dando più diritti, più fiducia, più sicurezza alle persone per progettare la loro vita che troviamo la strada giusta».

Un Commento

  1. Federico Alberto Rossi scrive:

    Andate a fare xxx xxxx

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