Passati al pettine fitto, non tutti i progetti individuati come immediatamente finanziabili all’esito del tavolo istituzionale del Cis Molise il 9 luglio saranno forse finanziati davvero.
Martedì in prefettura a Isernia – salvo cambi all’ultimo momento di location o data – tornano il consigliere del premier Conte che sta seguendo la partita dei contratti di sviluppo, Gerardo Capozza, e l’ad di Invitalia Domenico Arcuri. Incontreranno i sindaci, le Province, le organizzazioni di categoria, la Camera di commercio, l’Unimol e la Regione. La lista sembra destinata a cambiare e potrebbe essere riequilibrata anche la ricaduta territoriale, recuperando il Fortore e il Venafrano. A patto che però da quelle aree siano stati presentati progetti che rispondano ai criteri originariamente indicati come decisivi per il finanziamento e cioè: immediatamente cantierabili, che diano valore aggiunto allo sviluppo del Molise e che non abbiano altri canali di sostegno economico.
In quella sede saranno ufficializzate eventualmente anche le novità emerse in queste ore. Per esempio: ieri pomeriggio la voce si è diffusa in maniera decisa, per assumere poi la dimensione di una indiscrezione attendibile, che l’iniziativa proposta dalla società privata Ecomont per Campitello Matese (e che valeva 10 milioni) è stata esclusa dalla lista. Si dice che la valutazione non abbia trascurato trascorsi o contenziosi con l’amministrazione comunale di San Massimo. Ma è pure vero che lo stato di avanzamento del progetto, indicato nell’elenco diffuso da Palazzo Chigi dieci giorni fa è di ‘fattibilità’. Iniziativa privata finita comunque nella bufera: a puntare il dito per primo era stato il presidente del Consiglio regionale Micone, poi hanno affondato i consiglieri dem Micaela Fanelli e Vittorino Facciolla.
Quella uscita dal tavolo di Palazzo Chigi, dunque, è una bozza di lavoro. Invitalia – messa in questi giorni sul banco degli imputati dal Pd regionale e, più velatamente, da alcuni Comuni esclusi – sta lavorando alla verifica dei requisiti delle singole iniziative e sul reale fabbisogno finanziario per realizzarle. Anche nel caso di progetti esecutivi, una volta avviati i bandi e i lavori, si potrebbero avere economie rispetto al budget preventivato. E quei fondi servirebbero a recuperare chi è rimasto fuori. Per gli altri, in stato di fattibilità o pre fattibilità, le cose a maggior ragione potrebbero cambiare.
In ballo c’è una dotazione di 220 milioni di euro. Tornano a sperare i promotori di iniziative escluse. Per esempio, se la potrebbe giocare l’aviosuperficie se si tornasse a puntare più decisamente sulle infrastrutture. Il tavolo del 23 sarà decisivo, anche per recuperare i rapporti con un territorio e con amministratori che all’impostazione voluta dal premier Conte e attuata da Invitalia – sostenere iniziative nate dal basso e realmente rispondenti alle esigenze del Molise – avevano dato fiducia.Una trentina di sindaci, dopo l’elenco del 9 luglio, sono pronti a ricorrere alle vie giudiziarie.
Una decisione politica e non tecnica del governo nazionale, ha detto in queste ore il presidente Toma. E forse anche questo ha pesato. Solo dopo la definizione dei progetti realmente sostenibili, Conte tornerà per la firma. r.i.

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