Il j’accuse è di Nicola Messere. Il componente della segreteria regionale dei democratici non ci sta più e lo sfogo non lascia segni di mal interpretazione di senso: «Il mio PD continua a parlarsi addosso e la sinistra non ritrova la strada». Dopo l’assemblea nazionale, l’ex sindaco di Molise ha invitato il partito da cui è ai vertici da anni a «tornare tra la gente».
Bando alle ciance , quindi, sul «maggioritario, proporzionale, segretario, presidente». C’è da fare i conti con l’aumento delle «diseguaglianze, l’abbandono delle periferie,l’impoverimento del ceto medio, le imprese che non riescono a competere più in campo nazionale, europeo e mondiale, la disoccupazione, l’arretramento sulla formazione e istruzione e quindi culturale e, cosa ancor più grave, dei giovani che non riescono ad immaginare un loro futuro».
Insomma per Messere la sinistra e il Pd «devono uscire da una sorta di limbo in cui mi sembra ripiegato». Niente più «intifada tra renziani, antirenziani, zingarettiani, gentiloniani e chi più ne ha più ne metta» tanto sul nazionale quanto in Molise. E l’appello, presto detto, è agli eletti in Consiglio, segretario (Vittorino Facciolla) ed ex segretario (Micaela Fanelli), ma anche ai «tanti amministratori locali iscritti e di riferimento».
E Messere dà anche la ricetta. Ritornare ad attenzionare «oltre allo scottante tema della sanità e delle crisi industriale, anche quello infrastrutturale, in particolare quello viario e degli edifici pubblici, unitamente al tema della desertificazione demografica, sociale ed economica dei nostri 136 borghi». Solo così si potrà salvaguardare il territorio, dando di nuovo respiro «al comparto delle costruzioni che per anni ha contribuito a formare gran parte del Pil regionale e nazionale e migliorare l’ambiente in cui viviamo».
Occorre quindi fare presto: «Negli ultimi dieci anni in Molise circa seimila edili hanno perso il posto di lavoro e più di 500 imprese hanno chiuso i battenti», magari lasciando stare «autostrada e aeroporti» su cui si sono spesi già «15 anni». «Lavoriamo tutti, invece, per un raddoppio della Bifernina con un piano pluriennale studiato e concordato con il governo».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.