Sessanta minori in nove comunità, solo 20 affidi. Il Molise della solidarietà, che ha una rete sociale ancora forte rispetto alle realtà più grandi e dispersive, può fare di più.
Dalla conferenza stampa del Garante dei diritti della persona Leontina Lanciano, organizzata in giunta e aperta dal governatore Donato Toma, l’appello alle famiglie a pensare all’affido: prendersi cura temporaneamente di bimbi o adolescenti con storie difficili con l’obiettivo di farli rientrare nei propri nuclei di provenienza, rafforzati dall’affetto che solo una famiglia può dare.
Il costo delle rette dei minori affidati ai centri lo sostengono i Comuni. Nel 2018 l’Ambito di Campobasso ha speso 900mila euro. Per questo, ha spiegato il presidente Toma, la Regione ha deciso di andare incontro alle amministrazioni con un contributo.
I minori rappresentano uno dei settori di competenza del Garante. Figura istituita nel 2015 e che con il mandato di Lanciano, ha evidenziato Toma, «si è consolidata e ne è aumentata la conoscenza».
Interventi nei casi urgenti, comunicazione, protocolli, iniziative e progetti. Restando ai minori, sono una novantina quelli stranieri non accompagnati presenti in Molise: 80 i tutor formati.
Un altro fronte è quello della lotta al bullismo, sono in cantiere iniziative con le scuole più periferiche e in corso di ultimazione il manuale anti bullismo realizzato insieme all’Usr. C’è poi l’attività di sensibilizzazione all’affido condotta insieme al vicepresidente del Consiglio Gianluca Cefaratti. L’invito di Lanciano è a non farsi condizionare da fatti gravi come quelli di Bibbiano. In Italia, dice citando un report dell’Istituto degli Innocenti di Firenze, 26mila minori sono affidati, 12mila a centri residenziali per minori. Il Molise, nel rapporto con la popolazione totale under 18, è al secondo posto con il 2,9 per mille.
Altra situazione difficile, quella delle carceri. Se Larino è «un fiore all’occhiello, non si può dire lo stesso di Campobasso e Isernia». Il penitenziario del capoluogo di regione è stato teatro di rivolte e tentativi di evasione. Alla Garante arrivano in media dieci richieste al giorno da parte di chi è privato della libertà: sono 387 in totale i detenuti in Molise, a fronte di una capienza regolamentare delle strutture di 270. Oltre al filtro istituzionale per le richieste, l’ufficio guidato da Lanciano è attivo con il finanziamento di attività teatrali, ricreative, formative. Per rendere concreta la finalità rieducativa della pena. Un esempio per tutti, porta la Garante nella sala giunta di Palazzo Vitale: il libro del detenuto per reati di mafia (40 anni di pena) dal titolo “Da criminale a criminologo”, si è laureato appunto in criminologia.
Pur con un organico ridotto all’osso, in questi due anni di mandato, Lanciano ha portato a casa molti risultati. La chiave del successo? La caparbietà, dice il governatore Toma. L’entusiasmo, aggiunge lei. Fra le altre cose ha promosso l’iniziativa culminata con lo stanziamento da parte della Direzione Salute della Regione di 130mila euro con cui l’Asrem acquisterà un sistema di refrigerazione del cuoio capelluto per prevenire l’alopecia quando si è sottoposti a chemioterapia.
r.i.

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