Se deospedalizzare è un imperativo – scientifico ma pure molto necessitato dai fondi a disposizione per la sanità – ogni Regione in questi anni lo ha rispettato secondo le proprie esigenze e dando forma, cioè, a modelli organizzativi tarati sullo specifico locale.
Ne viene fuori un panorama variegato nella risposta all’esigenza di salute territoriale descritto con metodo e rigore nel volume “Ospedali di comunità, Case della Salute e cure primarie: esperienze regionali e confronti”, edito con il patrocinio di Federsanità Anci. Il libro, a cura di Giorgio Banchieri, Francesco Colavita e Giuseppe Massaro, vanta il contributo di autorevoli firme del panorama sanitario nazionale.
Il quadro, dunque, è di una situazione regionale a macchia di leopardo, con contenitori che, seppur abbiano nomi simili, hanno dei contenuti spesso diversi. Un complesso di grandi patrimoni di conoscenze, competenze (cliniche e manageriali) e strutture, che tuttavia pare essere troppo frammentato, un campo di attività complesso in cui confluiscono diversi driver di cambiamento della sanità nel nostro Paese (invecchiamento progressivo della popolazione con conseguente sviluppo delle cronicità e multicronicità; sviluppo delle “fragilità” economiche, sociali, ambientali, psichiche; sviluppo di nuove medicine basate su day service, day hospital e day surgery con necessità decrescente di posti letto ospedalieri tradizionali; offerta di strutture semiresidenziali e residenziali specializzate come alternativa a ricoveri ospedalieri impropri e inappropriati).
Dai contenuti dello studio arrivano molti spunti per il dibattito nazionale sulle strutture intermedie anche in vista del nuovo Patto della Salute. Un servizio sanitario efficiente oggi tiene conto di indicatori diversi, se non opposti, quali la razionalizzazione epperò l’erogazione di una corretta prestazione. In quest’ottica, la gestione delle patologie croniche è centrale soprattutto nel contesto italiano – e ancor di più molisano – caratterizzato da un elevato invecchiamento della popolazione.
Non per ultimo, argomento di interesse curato nella pubblicazione è la costante rideterminazione delle linee di responsabilità tra gli operatori del servizio sanitario nazionale, con professioni che si affacciano formalmente alla gestione delle nuove strutture assistenziali. Si pensi al ruolo degli infermieri nelle Udi.
Con il coordinamento scientifico dell’Associazione italiana per l’assistenza sanitaria e sociale e della Sapienza, il libro propone oltre a quelli degli autori i contributi di Francesco Di Stanislao, Tiziana Frittelli, Maria Donata Bellentani, Marinella D’Innocenzo, Isabella Mastrobuono, Laura Franceschetti, Gennaro Sosto, Franco Pesaresi, Stefano Ricci, Antonio Lucchetti, Veronica Sabatini, Lolita Gallo, Paola Sabatini, Gabriella Ruzzi e Raffaele Malatesta.

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