Neet: una condizione che in Molise riguarda quasi 27 giovani su 100. Non lavorano, non studiano né seguono un corso di formazione. Una generazione nel limbo. Un esercito cresciuto del 7% negli ultimi dieci anni. L’incremento è il quarto nel Paese, prima del Molise solo Calabria (+ 7.9%), Lazio (+7.5), Liguria (+7.2). L’aumento medio è del 4.1%.
È uno dei dati più allarmanti dell’Atlante dell’infanzia a rischio, il rapporto di Save the Children giunto alla decima edizione. In Italia un giovane su quattro è ‘neet’ (23.4%), il Molise sta virando verso un rapporto di uno su tre. Nella nuova età della conoscenza, questi ragazzi (il target è 15-29 anni) sembrano avere un triste futuro. Anche perché questi numeri fanno il paio con quelli, ugualmente preoccupanti, sulla povertà educativa. In regione la metà degli under 17 (la popolazione presa a riferimento è quella che va dai sei ai 17 anni) non apre un libro durante l’anno (49.7%, +1.8% rispetto al 2008). Una performance, purtroppo, nella media. In Italia quasi un 6-17enne su due non apre un libro durante l’anno, i lettori medi e forti (coloro che hanno letto più di quattro libri l’anno) sono appena 1 su 4.
La percentuale dei primi è cresciuta di 2 punti nel decennio, la seconda è rimasta invariata. Invariati sono anche i profondi divari regionali. Le ricerche indicano il peso dei fattori socio-economici e culturali e ci dicono- si legge nel rapporto – che la scuola non basta. L’abitudine alla lettura si acquisisce in famiglia: tra i ragazzi di 11-14 anni legge l’80% di chi ha madre e padre lettori e solo il 39,8% di chi ha entrambi i genitori non lettori.
La XX Regione presenta uno dei dati più alti anche per quanto riguarda l’indice di deprivazione culturale: il 74.1% di bimbi e ragazzi fra 6 e 17 anni praticano nel tempo libero meno di quattro attività culturali l’anno (teatro, cinema, musei e mostre, concerti di musica classica o di altro tipo, visita a siti archeologici o monumenti, spettacoli sportivi).
Non studiano né lavorano, non leggono, non dedicano tempo alla cultura: magari i nostri giovani non possono farlo per motivi economici. I fattori e le cause sono tante. Come anche il rischio di assuefarsi a una condizione di inoccupazione perché in Molise la rete familiare e sociale ancora tiene e un minimo di sussistenza è garantita ancora restando a casa coi genitori. Le prospettive di questa generazione intrappolata nel guado sono comunque assai poco felici.
Senza contare gli altri dati che emergono dal rapporto di Save the Children. In Italia 1.2 milioni di bambini e ragazzi vivono in condizioni di povertà assoluta, il 45% risiede al Sud. Quanto alla povertà relativa, in Molise si trova in questa condizione un minore su cinque. Il tasso di dispersione scolastica, sempre in regione, è dell’11% (5 punti in meno rispetto al 2008). La spesa pubblica per i bambini è la penultima in Italia: 38 euro pro capite, +41% comunque rispetto a dieci anni fa. Ma solo la Calabria fa peggio con 23 euro pro capite. Tante le disparità nella fruizione dei servizi. Per esempio, la mensa scolastica. Nel 2017 in Italia solo uno studente della primaria su due vi ha avuto accesso. Al Sud il numero più alto di bambini che non ne usufruiscono (81% in Sicilia, 80% in Molise, 74% in Puglia).
r.i.

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