Sono quasi 90mila i molisani residenti all’estero: 89.192 (43.721 donne e 45.471 uomini). Il dato complessivo racconta di quasi 5,3 milioni. Nel solo 2018 dalla XX Regione hanno fatto le valigie per andare oltre i confini nazionali 762 molisani (in tutta Italia, oltre 128mila persone e 400 in più rispetto al 2017).
Al primo posto degli espatriati, la Sicilia con il 14,5%. Segue la Campania (9,6%) e Lombardia (9,5%). I siciliani che risiedono all’estero sono 768mila, il 23,7% hanno tra i 18 e i 34 anni.
A scattare questa fotografia è la Fondazione Migrantes, nel Rapporto italiani nel mondo 2019, giunto alla XIV edizione.
Quasi 5,3 milioni di persone che risiedono all’estero significa l’8,8% degli oltre 60 milioni che risultano residenti in Italia. Più della metà degli italiani che risiedono all’estero (51,5%) è iscritto all’Aire (l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero) per espatrio, ma continua la crescita degli iscritti per nascita (39,7%). Le acquisizioni di cittadinanza sono il 3,4%, le reiscrizioni per irreperibilità il 4,0%. Il 43,9% è iscritto da oltre 15 anni, il 20,7% da meno di 5 anni.
«Se negli anni successivi al Secondo dopoguerra i flussi migratori verso le regioni centro settentrionali erano prevalentemente costituiti da manodopera proveniente dalle aree rurali del Mezzogiorno – si legge nel Rapporto -, nell’ultimo decennio mediamente il 70% delle migrazioni dalle regioni meridionali e insulari verso il Centro-Nord sono state caratterizzate da un livello di istruzione medio-alto». «Cedendo risorse qualificate – continua il dossier -, il Mezzogiorno ha ridotto le proprie possibilità di sviluppo alimentando ulteriormente i differenziali economici con il Centro-Nord».
L’attuale mobilità italiana continua a interessare in prevalenza i giovani (18-34 anni, 40,6%) e i giovani adulti (35-49 anni, 24,3%). Il 71,2% degli iscritti all’Aire per solo espatrio da gennaio a dicembre 2018 è in Europa e il 21,5% in America (il 14,2% in America Latina). Ma sono ben 195 le destinazioni di tutti i continenti. La prima meta nell’ultimo anno è il Regno Unito, il dossier tuttavia spiega: può darsi che molte delle 20.596 iscrizioni siano “regolarizzazioni” di presenze già esistenti da tempo, “emersioni” fortemente sollecitate anche dalla Brexit. Al secondo posto nella classifica 2018, con 18.385 connazionali, e nonostante il decremento di 1.622 unità rispetto all’anno precedente, vi è la Germania (-8,1%). A seguire la Francia (14.016), il Brasile (11.663) la Svizzera (10.265), la Spagna (7.529).
Le partenze nell’ultimo anno hanno riguardato 107 province italiane. Le prime dieci sono: Roma, Milano, Napoli, Treviso, Brescia, Palermo, Vicenza, Catania, Bergamo e Cosenza. Chi va all’estero? Soprattutto single o famiglie giovani, donne e uomini spesso non uniti in matrimonio ma con figli: i minori sono infatti il 20,2% degli oltre 128mila registrati, ovvero quasi 26mila.
Dei 5.288.281 iscritti all’Aire al 1 gennaio 2019, quasi la metà è originaria del Sud (48,9%, di cui il 32% Sud e il 16,9% Isole); il 35,5% proviene dal Nord Italia (il 18% dal Nord-Ovest e il 17,5% dal Nord-Est) e il 15,6% dal Centro. Le italiane iscritte sono 2.544.260 (48,1%). La classe di età più rappresentata è dei 35-49enni (1.236.654; 23,4%). A seguire chi ha tra i 18 e i 34 anni (1.178.717; 22,3%), gli over 65 anni (1.068.784; 20,3%) e chi ha tra i 50 e i 60 anni (1.009.659; 19,1%). I minori sono 794.467 (15%). Il 55,9% è celibe o nubile mentre il 36,7% è unito in matrimonio. Meno di mille, quindi irrilevanti dal punto di vista percentuale, sono le unioni civili.

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