Dati e informazioni (anche molto sensibili) dell’Agenzia regionale di protezione ambientale del Molise (Arpam) e dell’Agenzia Molise Lavoro sono, da ieri mattina, patrimonio di chiunque si colleghi al blog ufficiale di Anonymous.
Proprio loro: quelli delle maschere bianche, ormai simbolo di rivoluzione. Gli hacker che entrano nei sistemi, catturano documenti e li pubblicano online, rendendoli visibili a tutti. Un attacco inaspettato (ma è questo uno dei principi attivisti cardine degli hacker) nell’ambito della campagna FifthOfNovember2019, che rimanda al film “V per Vendetta” che ha sdoganato l’uso della maschera, usata dal 2008 anche da Anonymous.
Ieri sotto scacco sono finite le due agenzie regionali del Molise: per l’Arpa in rete ci sono password e informazioni personali dei dirigenti dell’agenzia oltre che i file contenenti le informazioni sugli edifici pubblici e privati, non ancora bonificati, dove è presente l’amianto che, secondo l’Oms (l’organizzazione mondiale della sanità) è cancerogeno come tutti i tipi di questo minerale quando le fibre vengono inalate. In Italia l’amianto (produzione, vendita e uso) è vietato dal 1992, tuttavia esistono ancora nazioni in cui può essere estratto e lavorato per essere esportato. Per l’Agenzia Molise Lavoro sono finite in rete le password di accesso al sistema dei dipendenti ma, è evidente, che l’attenzione del gruppo di attivisti che agisce su internet divulgando informazioni ottenute con tecniche di hacking – divenuto famoso grazie ad attacchi ben più eclatanti come quelli contro l’Fbi, la Nasa, la Casa bianca – si è focalizzata sull’Arpa e sulla mappatura degli edifici dove ancora c’è amianto crisotilo. I link ai documenti rimandano a una sessantina di schede, che coprono l’intero territorio. Come è noto, la pericolosità dell’amianto dipende dalla sua friabilità che di fatto ne veicola l’inalazione: di queste 60 schede, 17 riportano come indice di friabilità il massimo punteggio e cioè il 2. Si tratta di allevamenti, scuole, asili, un serbatoio di accumulo dell’acqua piovana, la copertura di strutture in uso, capannoni e aziende agricole. Perfino il cornicione di una banca importante, che si trova nel centro del capoluogo di regione. Le schede forniscono ogni tipo di informazione: dal codice attribuito al sito al Comune dove la struttura insiste, dalla descrizione (quindi l’utilizzo) alla tipologia di materiale contenente amianto, dall’attività all’accessibilità, dalla quantità di amianto presente alla frequenza di utilizzo, dalla distanza dal centro abitato alla densità di popolazione interessata, dalla presenza di attività di controllo e manutenzione alla tipologia di amianto presente (quasi sempre crisotilo e anfiboli) agli eventuali dati epidemiologici (assolutamente assenti). Insomma, dati non propriamente riassicuranti soprattutto se non corroborati da chiarimenti scientifici. Informazioni che suscitano domande, soprattutto se si scorrono le schede e si ha contezza dei siti interessati dalla presenza di amianto. Esistono sei differenti tipologie di questo minerale e, in base alla composizione chimica, i silicati sono suddivisi in due gruppi: quelli che contengono calcio e magnesio (che sono detti anfiboli e comprendono actinolite, amosite cioè “amianto bruno”, antofillite, crocido lite, cioè “amianto blu” e tremolite, alcuni dei quali presenti nelle schede hackerate) e il crisotilo, cioè l’amianto bianco che è un silicato di magnesio appartenente al gruppo del serpentino. Tutti cancerogeni, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità. Ed è questo il motivo (almeno in apparenza) dell’interesse di Anonymous che nella homepage del blog ufficiale gli hacker, che hanno trovato molto interessanti le informazioni sull’Arpa Molise, scrive: «Nei server molisani, ci siamo imbattuti in documenti difficili da interpretare. Abbiamo quindi deciso di rallentare altri progetti e fermare altre Arpa regionali (sono finite sotto attacco anche quella della Lombardia e Abruzzo, ndr) e indagare di più. L’amianto nelle abitazioni costruite negli anni 70-80 è un problema comune in tutta Italia. La bonifica è costosa, e le risorse stanziate per edifici pubblici sono poche. “Indici” e “punteggi” vengono usati per assegnare priorità a scuole materne/elementari/medie/superiori, allevamenti di carni, enti alimentari, uffici pubblici, e abitazioni private». Operazioni costose quelle per la bonifica, si diceva: la Regione Molise, nel lontano 2005, emanò con delibera di giunta un avviso pubblico per interventi urgenti di bonifica, seguito dopo due anni dall’approvazione della graduatoria (su strutture pubbliche, private e commerciali) ammissibili. Da allora, nessun altro contributo per la bonifica nonostante nell’elenco hackerato oggi da Anonymous e naturalmente in possesso di Arpa Molise ci siano scuole, allevamenti e edifici pubblici contrassegnati con il coefficiente 2: alta friabilità.

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