Dodici brani inediti, chiusi in un cassetto e pronti a comporre un album.
È l’eredità artistica di Fred Bongusto, o meglio quella più recente, frutto degli ultimi 15 anni di lavoro. Un’opera postuma che potrebbe vedere la luce nel prossimo futuro e che servirebbe a tratteggiare ulteriormente il profilo di un cantautore che nel tempo ha saputo far mutare pelle al suo talento.
«Perché la musica era sempre attorno a te», ha detto la nipote dal pulpito della basilica di Santa Maria in Montesanto.
Fred, uomo dolce ed elegante proprio come le qualità che mostrava sulle scene, era solito suonare persino con le dita, mentre attendeva che arrivasse la sua portata al ristorante. E quel ticchettio lo ha accompagnato sempre, sin dall’inizio di una luminosa carriera che lo ha identificato come il cantautore simbolo del romanticismo anni ‘60. Lui era questo e tanto altro, era un vero sperimentatore. Bongusto ha letteralmente contaminato la sua musica attingendo da diversi generi. Ha preso ispirazione dal jazz, dalla bossanova, dal pop e alcuni dei suoi successi che in questi giorni vengono programmati dalle radio danno un senso di forte attualità.
L’ultima produzione edita risale al 2017. È una raccolta delle sue hit, ma ora tutti i fan sperano di poter sentire ancora la sua voce, magari mentre interpreta canzoni ancora mai ascoltate.
È stato il chitarrista argentino Diego Moreno a rivelare l’esistenza di questo prezioso pacchetto di brani. Musicista e arrangiatore, Moreno ha calcato con Bongusto tantissimi palcoscenici, anche quello del Gilda, storico locale di Roma che nel 2007 ospitò il mega evento per i 50 anni di carriera dell’artista campobassano, e ha tradotto in spagnolo Doce doce, Spaghetti a Detroit, Tre settimane da raccontare e altri.
Nell’intervista rilasciata a Teleregione, poco prima dell’ultimo saluto all’amato amico Fred, Diego Moreno ha sottolineato la valenza della produzione artistica di Bongusto.
«Il pubblico gli chiedeva sempre il repertorio degli anni ‘60 – ha detto – ma posso assicurare che negli ultimi 15 anni lo ha ampliato con almeno 10, 12 canzoni, una più bella dell’altra. Componeva in continuazione e aveva una professionalità davvero importante. Era lui stesso a produrre i brani che scrivevamo insieme e io conservo nel cuore l’onore di aver lavorato con lui. Spero che il pubblico ora le possa ascoltare, anche se purtroppo con un disco postumo».
Valentina Ciarlante

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