Mafia e sostanze stupefacenti, criminalità organizzata e spaccio di droga: due mondi sbagliati che camminano sempre insieme, perché uno alimenta l’altro. Perché la malavita si infiltra, approfitta. E poi dilaga. Numeri in crescita, con dati che sono da allarme sociale. Basti pensare che il 10% della popolazione adulta del Molise usa quotidianamente cocaina. E che l’eroina è tornata prepotentemente al punto che è fra le più consumate in regione. Il Molise fa i conti, da tempo, con questo binomio devastante: un mondo sommerso sul quale il procuratore Nicola D’Angelo ha acceso con prepotenza un faro a seguito delle risultanze investigative degli ultimi anni. Con lui si sono mobilitati gli organi di informazione, gli avvocati molisani, le Istituzioni, la Scuola. Perché solo parlando, entrando in contatto con più persone possibili, si possono prevenire strade che troppo spesso sono senza ritorno.
Riportare l’attenzione sul tema, con ciclicità, ha un motivo: serve da monito, diventa crescita nella conoscenza che travalica i confini degli addetti ai lavori ed entra nelle famiglie, rafforzando la consapevolezza che i rischi e i danni, in termini umani e sociali, sono elevatissimi. E che soprattutto il Molise non è isola felice così come la narrazione per anni ha voluto far credere. L’11 dicembre, la Scuola superiore della Magistratura, distretto di Campobasso, in associazione con l’Osservatorio Antimafia del Molise e l’Unimol, in occasione della presentazione del report «Mafia e droga in Molise» riaccenderà quel faro, puntato su migliaia di giovani che hanno già conoscenza del mondo disperato della dipendenza e sulle altrettante che potrebbero avvicinarsi. Riporteranno l’attenzione su quel binomio che uccide il futuro e la speranza, focalizzandola sui dati del consumo di stupefacenti in una prospettiva regionale.
Secondo l’Osservatorio, il mercato delle droghe illecite è in aumento, ha un volume di affari che adesso comincia a superare l’asticella della preoccupazione. L’offerta e la domanda di sostanze stupefacenti, di vecchia e nuova generazione, continua a crescere con conseguenze significative sulla salute pubblica. Dalle droghe cosiddette leggere (hashish e marijuana) a quelle sintetiche, dalla ‘intramontabile’ eroina alla cocaina: secondo il rapporto, come detto, il 10% degli adulti del Molise sniffa quotidianamente quella polvere bianca. La brown sugar – che si può fumare, inalare o iniettare – non è mai passata di moda, è stata solo relegata per qualche anno negli ambienti dei consumatori storici ma oggi il suo utilizzo è in preoccupante aumento. Perché c’è una offerta maggiore – basti pensare alle decine di arresti legati proprio allo spaccio di eroina – e costi sicuramente più abbordabili. Il che la rende alla portata di mano di troppe persone, giovani e meno giovani. È al secondo posto di una classifica che parla con i numeri ma che travolge famiglie, persone, esistenze che si perdono, che alimenta reati e che rinvigorisce la criminalità organizzata. Cocaina, quindi, prima fonte di reddito fondamentale per la mafia e altre forme di criminalità organizzata che riforniscono il mercato contando proprio sui numeri in crescita di un Molise crocevia di interessi malavitosi, terra d’interesse per i clan che provano ad infiltrarsi, a ritagliarsi uno spazio attraverso proprio le sostanze stupefacenti. E poi l’eroina, i cannabinoidi, le anfetamine e le droghe sintetiche che bruciano il cervello e le vite. Il tema del rapporto tra mafie e droga in Molise sarà affrontato l’11 dicembre, a partire dalle 15.30 nell’aula Modigliani dell’Università degli Studi del Molise, dal procuratore generale della Repubblica di Campobasso, Guido Rispoli, dal procuratore della Repubblica di Campobasso, Nicola D’Angelo, dal professore ordinario di Sociologia criminale dell’Unimol, Davide Barba e da Vincenzo Musacchio, presidente dell’Osservatorio Antimafia del Molise. Modererà e coordinerà i lavori del convegno Daniele Colucci, magistrato e formatore decentrato presso la Corte di Appello di Campobasso. Il fenomeno del consumo di droga deve trovare spazio nel dibattito pubblico, deve diventare motivo di riflessione sulle politiche da intraprendere per contenere la diffusione di sostanze stupefacenti. La sfida impegnativa – secondo il report dell’Osservatorio – consiste nell’individuare il modo di fornire una risposta efficace al mercato in costante evoluzione delle nuove droghe. E dal report si materializza la precisa strategia della criminalità organizzata, capace di promuovere una domanda di consumo sempre più sofisticata ed articolata, difficile da individuare e quindi da prevenire e reprimere.

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