«Il sistema Europa ne aveva già preso atto – confida l’eurodeputato Aldo Patriciello – rispettiamo, con amarezza, la decisione. Ma non è un segno positivo».
La Brexit vista dall’osservatorio privilegiato del parlamentare europeo ha molte ombre e qualche luce. « L’Europa andrà avanti – spiega – ci sarà un’accelerazione verso i Balcani, si lavorerà cercando di ridurre al massimo le criticità. Nella prossima programmazione ci saranno meno risorse da redistribuire». Un cammino più complicato, quindi, quello dell’Europa sulla quale torna ad agitarsi l’ombra minacciosa dei sovranismi, dei ‘no euro’, resa molto di più che un pericolo dalla vittoria di Boris Johnson. La sua Brexit “senza se e senza ma” è la diretta conseguenza della vittoria schiacciante dei conservatori. Un terremoto politico, nei fatti. L’altra faccia della medaglia invece è rappresentata da tutte quelle industrie ed aziende che resistono, che vogliono un mercato unico e aperto, che dovranno scegliere dove andare. «Sono molte quelle che vogliono restare in Europa, quindi si aprono scenari importanti anche per l’Italia rispetto alle aziende che decideranno di delocalizzare. Vari Paesi cercheranno di attrarre investimenti e anche il sistema Italia dovrà scegliere quale strada proporre per diventare attrattiva».
In questo scenario, il Molise. «Certo, dovrà fare la propria parte anche la nostra regione». Senza perdere tempo, secondo Patriciello che è uomo e politico concreto. « Andare nel Regno Unito, avviare contatti e fare leva sulle diplomazie, cercare le aziende multinazionali che vogliono trasferirsi, avviare una grande operazione di marketing e creare le condizioni perché sia conveniente venire ad investire in Molise, portando occupazione. Sta a noi cercare di intercettare questo flusso». E, a dire il vero, lo stesso governatore Toma aveva annunciato un percorso di questo tipo in tempi non sospetti. La Brexit era nell’aria. Con tutto quello che significherà.

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