“Vincente non è chi raggiunge grandi risultati. Vincente è chi, dopo aver trionfato, continua ad aver voglia di vincere”. E’ il messaggio lanciato da Pasquale Gravina ai laureati in Scienze del Benessere e agli alunni delle scuole superiori che ieri hanno partecipato alla ‘‘‘‘Giornata divulgativa sulle cellule staminali’. In un’aula gremita di studenti (oltre seicento), docenti e genitori, il pluricampione di pallavolo ha illustrato la sua ricetta per affrontare la vita; in particolare, lo studio, lo sport e il mondo del lavoro. “Non è importante superare un esame o laurearsi, così come non è importante vincere una partita. Ciò che fa la differenza a grandi livelli è il modo con cui si affrontano le diverse situazioni. Dunque, non è la laurea, né tanto meno il voto finale, bensì le competenze e le capacità che si riescono ad aggiungere al proprio bagaglio”.

La presenza di Pasquale Gravina in questa giornata è stata fortemente voluta dal rettore Cannata, perché ritenuta in grado di conciliare al meglio gli obiettivi e i propositi dell’iniziativa. In aula, infatti si è parlato si sport e di cellule staminali, ma anche di futuro: quello dei neodottori, che hanno ritirato la pergamena, e quello degli studenti delle scuole superiori, che si avviano a concludere il percorso di studi obbligatorio e a scegliere il corso di laurea. Ad inizio giornata alcuni collegamenti telefonici con altre università hanno testimoniato la portata nazionale dell’evento, che ha visto coinvolto venti regioni del Bel Paese. Poi gli interventi del rettore Cannata e del preside della Facoltà di Scienze del Benessere Taglialatela hanno introdotto i ragazzi al mondo delle cellule staminali, approfondito anche da alcuni contributi video.

Al centro dell’attenzione degli studenti, però, c’era il campionissimo Gravina. “A chi mi chiede cosa serve per essere un atleta di grande successo – ha sottolineato l’ex centrale della nazionale di volley – non rispondo mai la forza o la tecnica. Certo, hanno il loro peso, ma quando si gioca una finale olimpica o mondiale non è mai la tecnica a farti prevalere sull’avversario, perché si presuppone che i due contendenti si equivalgano. Ciò che fa la differenza a grandi livelli è la mentalità. Così come quando si cerca lavoro, non è mai il curriculum a fare la differenza, ma la determinazione (oltre alla preparazione)”. E poi una raccomandazione ai giovani presenti in aula. “I laureati non devono pensare che la fortuna determinerà la propria carriera. Ai miei giocatori dico sempre che la fortuna è l’unico elemento che non si può allenare e, quindi, non si può pensare ad esso quando si affronta una gara importante. E questa regola vale nello sport come nella vita. Questa terra cambierà quando voi deciderete di cambiarla, non aspettando che qualcosa cambi. Per questo, nella vita non vi auguro di ‘‘‘‘sistemarvi’, ma di ‘‘‘‘sistemarli’ (i vostri avversari)”.

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