“La corruzione spuzza”. È il libro del presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone – scritto con Francesco Caringella, presidente di sezione del Consiglio di Stato – che ieri il capo dell’Anac ha presentato a Campobasso.
Lo ha fatto in aula, quella dell’auditorium del liceo classico “Mario Pagano”, gremita da avvocati, magistrati, docenti, e tantissimi giovani studenti che di Cantone conoscono le iniziative, le battaglie e su di lui scommettono quale portavoce di legalità e onestà.
Quando arriva, lo accolgono con un lungo applauso. Il presidente dell’Ordine degli avvocati Demetrio Rivellino ha appena annunciato fra le altre cose anche l’inaugurazione del corso di Diritto processuale amministrativo, il dirigente d’istituto Venditti ha invogliato i ‘suoi’ ragazzi a fare propria questa lectio magistralis così come fecero i ragazzi di Scampia quando il Santo Padre ad aprile 2015 disse «la corruzione “spuzza”, la società corrotta “spuzza” e un cristiano che fa entrare dentro di sé la corruzione non è cristiano, “spuzza”» .
Già, perché Cantone fu ispirato proprio da quelle parole che «mi rimasero impresse – racconta – oltre che per il riferimento alla corruzione anche per il luogo in cui sono state dette: a Scampia. Il Papa apparentemente utilizza un termine errato: invece di “puzza” dice “spuzza”, che paradossalmente è stato invece ispiratore proprio per quel presunto errore».
Cantone non gira attorno alle parole. La corruzione non è soltanto un male ma «fa male» e per contrastarla ci vuole la consapevolezza dei cittadini capaci di capire che essa è un fatto particolarmente negativo. Non è sempre vero che la corruzione è lo scambio della mazzetta e Cantone lo rimarca. Anzi, fa di più: ammette che a volte lo scambio di denaro neanche c’è. E soprattutto non ha aree geografiche. Dunque il «Molise non è una regione diversa dalle altre sotto questo aspetto. La corruzione, ormai, non è più un semplice accordo criminale – dice – ma un sistema tentacolare che, oltre ai soldi pubblici, minaccia anche le finanze private dei cittadini onesti».
«La corruzione – spiega Cantone – sta emergendo sempre di più anche nei legami con la criminalità organizzata, perché le mafie stanno utilizzando uno degli strumenti principali, soprattutto in un momento in cui sparano meno: proprio lo strumento della corruzione». Ma il capo dell’Anac dice anche, e lo scrive pure nel suo libro, che l’Italia ce la può fare. «Il libro – conclude – si apre anche ad una serie di passaggi di speranza concreti: la possibilità di muoversi con una logica che va al di là dell’emergenza. Il problema vero è che crediamo che ci sia bisogno di un maggiore coinvolgimento sociale».

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