Cosa sta accadendo al nostro sistema sanitario regionale? Credo che mai come in questo particolare momento, i cittadini meritino trasparenza e risposte chiare.
Perché i punti nascita di Isernia e Termoli potrebbero presto scomparire?
Semplice, la mancata nomina del Commissario ad acta da parte del governo nazionale blocca di fatto il piano assunzionale Asrem 2018, compresi quindi i cinque ginecologi previsti, i pediatri e tutte le altre figure specializzate.
Ciò, unito alle ricorrenti voci di chiusura, determina non solo la fuga inevitabile dell’utenza ma anche degli stessi specialisti che a questo punto preferiscono accettare incarichi in altre zone d’Italia. Si dà quindi il via a un pericoloso effetto a catena, che coinvolge anche gli altri reparti, rischia di sminuire in generale la qualità delle strutture e solleva ovviamente questioni serie di sicurezza e ‘copertura’ del servizio.
Una spirale che porta inoltre alla sovraesposizione dei medici e a un impegno eccessivo del personale che incide naturalmente sulle prestazioni sanitarie, anche perché si prevede per il prossimo futuro pure una preoccupante riduzione degli organici dovuta alle nuove norme in materia di pensionamento.
E per quale motivo è importante la sopravvivenza dei due reparti?
Disastrose sarebbero le ricadute sul territorio dal punto di vista economico, soprattutto per quanto concerne Termoli e il basso Molise, area ad alta vocazione turistica e che perderebbe di sicuro colpi in termini attrattivi. Senza dimenticare le evidenti conseguenze demografiche, aggravando di fatto la realtà di una terra già alle prese negli ultimi decenni con l’esodo di giovani e con un drastico calo delle nascite e della popolazione.
Ma forse ora la domanda principale da porsi è un’altra: da chi dipende la mancata nomina del commissario e il vuoto di potere che dura ormai da sei lunghi mesi nella governance della sanità?
Dal governo centrale e da chi, dal Molise, ha esercitato continue pressioni sul ministro della Salute per negare fino ad ora al presidente Donato Toma, che legittimamente rappresenta i cittadini dallo scorso aprile, il diritto e il dovere di assumere scelte in difesa degli ospedali e della nostra salute.
Serve quindi un’operazione verità: grazie ai veti Cinque Stelle, a bassi giochi di potere e avvilenti tattiche politiche che ben poco hanno a che fare con il bene comune, la sanità locale è oggi abbandonata al proprio destino. Credo che tale situazione non sia più sostenibile e giustificabile e che col passare inesorabile dei giorni i danni dovuti al blocco del sistema rischino di essere irreparabili.
Al di là delle appartenenze politiche, come comunità dobbiamo ora avere la forza di reagire insieme e di rivendicare con forza a Roma il diritto a tutelare la nostra autonomia e dignità di popolo molisano.
Annaelsa Tartaglione
deputata, Forza Italia – Berlusconi presidente

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