Da queste colonne raccontiamo ogni giorno il Molise. Fatti belli, brutti. La politica, la cronaca, lo sport, l’attualità. Cerchiamo di farlo con oggettività e senza mai prendere posizione.
Non sempre quello che legge chi ci richiede in edicola rispecchia il pensiero di chi scrive e più in generale della redazione. Ma i giornalisti hanno il dovere – e secondo il mio punto di vista l’obbligo – di raccontare i fatti per quelli che sono. Punto!
Coloro che esprimono opinioni, i cosiddetti “opinionisti”, in una piccola redazione di un quotidiano dell’ultima regione che lo Stato ha riconosciuto non trovano spazio.
Raccontare senza andare oltre la cronaca è un dovere e un obbligo. Purché l’editore – colui che in pratica copre con centinaia di migliaia di euro le perdite che un quotidiano ogni anno produce – lo consenta.
E noi di Primo Piano Molise abbiamo la fortuna di avere degli editori illuminati, generosi, sensibili, brillanti, lungimiranti. Editori che vedono molto, ma molto lontano.
Da Sabrina e Mirella Ricci ho imparato tanto. Di loro conosco pregi e virtù. Sono donne fantastiche, imprenditrici determinate, ferme, responsabili. Serie, puntuali. Oneste. Sanno calibrare gli impegni da assumere e, cosa più importante, sanno come mantenerli. Costi quel che costi: la parola data vale più degli accordi scritti – è questa la regola alla base del loro modo di fare impresa. Regola ereditata, insieme all’amore incondizionato per il Molise, dal padre Marciano. Il fortissimo legame con il luogo dove sono nate le induce, giorno dopo giorno, a credere in questa terra. Un’impresa folle, sì. Ma animata da sentimenti autentici.
Hanno creato dal nulla un centro benessere, che nel giro di pochi anni è diventato punto di riferimento, un unicum, per il centrosud del Paese. Una struttura incantevole i cui nuovi servizi messi a disposizione degli ospiti danno un senso di pace e serenità alla sola visione degli ambienti.
È un posto sublime la Fonte del Benessere Centro Mességué di Castelpetroso. Lo è diventato grazie alla caparbietà di Sabrina e Mirella, che sono state capaci di realizzare qualcosa mai visto prima in Molise, investendo risorse proprie per milioni di euro. È chiaro (ma non è scontato) che l’imprenditore investa e rischi di suo, ma è pur vero che spesso vengono concessi fiumi di finanziamenti pubblici a chi poi tutto fa tranne che generare lavoro.
Non è il caso del Mességué. E non lo dico perché chi ha realizzato quella struttura è anche l’editore di questo quotidiano. No! Lo affermo con forza perché nel racconto dei fatti è giusto, sacrosanto, dare merito a chi decide di investire in questa terra. A chi ha il coraggio di vedere un futuro possibile in un posto da dove i giovani scappano. A imprenditori che partendo da zero hanno raggiunto livelli notevoli, senza dover dire grazie a nessuno. Imprenditori che ogni anno riescono ad attrarre in questa regione più di 55mila ospiti, a cui viene data la possibilità di visitare l’insediamento di Altilia, piuttosto che il teatro di Pietrabbondante o il museo delle campane di Agnone: un circolo virtuoso le cui ricadute sono a beneficio di tutti.
Non credo sia necessario un economista affermato per presupporre che se la famiglia Ricci avesse realizzato il Mességué in un luogo del Paese dove il turismo è più strutturato, un luogo attraversato da vie di comunicazione migliori delle nostre, un luogo con una densità di popolazione maggiore, il rischio di impresa sarebbe diminuito e gli affari sarebbero andati meglio. Immaginate il successo che avrebbe avuto il complesso di Castelpetroso in Trentino, per esempio. E invece no. In Molise, quasi a volersi complicare la vita. Ma – come si dice – al cuor non si comanda.
Chiedo scusa se ho “approfittato” di questo spazio per rendere onore agli editori di Primo Piano Molise che, credo sia ormai chiaro anche a chi non lo sapesse, tra le varie attività svolgono pure quella del resort che sorge a pochi metri dalla basilica dove si venera la patrona del Molise. Ma se io e la redazione abbiamo la possibilità di raccontare la storia quotidiana di questo lembo d’Italia senza farci condizionare dalle “influenze” è solo merito loro. E vi assicuro che poter scrivere senza chiedere il permesso e sapere di avere alle spalle persone che hanno spalle larghe e robuste non ha prezzo. Vale tanto quanto la libertà.
Spero davvero che l’esempio di Sabrina e Mirella possa servire a far cambiare idea anche a uno solo dei tanti giovani che ogni anno fanno le valigie e partono in cerca di fortuna.
Un Molise che restituisca la speranza ai suoi figli è possibile. Purché all’affetto per le cose care si aggiunga determinazione, costanza e tanto, tanto coraggio.
Luca Colella

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