Il Corpus Domini, la festa più importante per la città di Campobasso, ha inequivocabilmente stabilito che attualmente il politico più gradito del Molise è Roberto Gravina.
Al termine della benedizione, quando gli Ingegni di Paolo Saverio di Zinno sono ripartiti dal Municipio alla volta del museo, il neo eletto sindaco è stato preso d’assalto dai suoi concittadini, ma anche da tante persone arrivate da oltre i confini del capoluogo, che gli hanno chiesto di poterlo immortalare e immortalarsi con lui in un selfie. Una cosa del genere non era mai accaduta prima.
Una lunga fila a cui il bel Roberto non si è sottratto affatto, sotto lo sguardo attonito e invidioso di tanti “colleghi” amministratori, anche di rango superiore; ad alcuni (e) dei quali non è rimasto che buttarla in caciara, accusandolo (seppur non chiamandolo direttamente in causa) di aver «negato l’accesso alla balconata ai consiglieri regionali», fatta eccezione per il capogruppo dei 5 Stelle alla Regione, Andrea Greco.
I collaboratori del sindaco hanno chiarito che il grillino di Agnone è salito al primo piano di Palazzo San Giorgio per accompagnare il ministro Di Maio, dopo aver passeggiato con lui lungo il corso, ed è poi subito sceso tra la gente. Non so esattamente come siano andate le cose, ma posso affermare che durante la benedizione di monsignor Bregantini, Greco era davanti all’ingresso del Comune, dove c’erano anche i consiglieri Nola e Primiani e la deputata Testamento. Oltre ad aver visto Greco, sono stato catturato dalla sua imponente scia di fragranza, che si distingueva tra gli “odori” tipici della festa campobassana, accentuati domenica mattina da temperature davvero eccezionali. Probabilmente avrà esagerato con la boccettina di profumo. Scelta, considerate le circostanze, tuttavia azzeccata.
Il piacevole profumo di Greco, l’eleganza del consigliere Nola, il fascino che il potere esercita del vicepremier Di Maio e della ministra Trenta, nulla hanno potuto per contenere il carisma di Roberto Gravina. E pensare che il capo politico del Movimento 5 Stelle è arrivato a Campobasso in compagnia della sua nuova fidanzata Virginia Saba. La città, che pure ha osannato Di Maio quando si è affacciato dal balcone, non se lo è filato di striscio al cospetto del giovane avvocato che da qualche giorno ha preso in mano le redini di Palazzo San Giorgio.
Se ai “fatti” e agli eventi del Corpus Domini si potesse assegnare un punteggio, Gravina si giocherebbe il primo posto in classifica – per le manifestazioni d’affetto ricevute – parimenti con la sfilata dei Misteri e i due concerti.
In realtà, però, c’è qualcuno che ha tentato in tutti i modi di mettere in ombra il sindaco. Tale Nicola Simonetti a cui probabilmente lo stesso Gravina ha affidato il coordinamento degli accessi al Municipio.
Il neo consigliere pentastellato, che ha conquistato fama e notorietà cavalcando il sentimento dei genitori preoccupati per la drammatica situazione dell’edilizia scolastica in città, è stato eletto raccogliendo 160 preferenze (sigh!).
Il leader del comitato scuole sicure, domenica mattina si è talmente calato nel personaggio, da sembrare un novello Rocky Balboa alle prese con la scalata al titolo – non si è ben capito però di quale categoria.
Di buon’ora già in postazione, si è sbracciato per tutta la mattinata, in preda ad un delirio di onnipotenza, dispensando minacce a dritta e a manca, senza mai perdere occasione per affermare: «Se non fate come vi dico io, andiamo tutti a casa». L’esaltazione ha raggiunto l’apice – ci sono decine di foto e centinaia di fotogrammi televisivi che lo confermano – quando sono arrivati i primi ospiti illustri, come i due prefetti, il questore, il governatore: sembrava che il mondo poggiasse sulle sue spalle.
Vestitosi di un’autorità che nessuno gli ha conferito – nemmeno gli elettori visto lo scarso risultato ottenuto dalle urne – ha fatto in modo e maniera per intralciare chi, come i giornalisti, il Corpus Domini lo vive lavorando. Prima li ha tenuti per più di un’ora sotto il sole cocente, poi, una volta all’interno del Municipio, ha gestito con i piedi il punto stampa, tant’è che solo a pochi fortunati è stato consentito di intervistare il vicepremier Di Maio.
Dopo l’apparizione sulla balconata, non consentita a nessun consigliere comunale, né di maggioranza né di opposizione, appreso che il ministro sarebbe sceso per scambiare quattro chiacchiere con il diavolo, si è catapultato al piano terra del palazzo per impartire direttive allo staff, agli uscieri e agli uomini del servizio d’ordine (non quello vero).
Alla Marchese del Grillo, «perché io so io e voi non siete un c….», il provetto security manager di Palazzo San Giorgio, oltre a compromettere la buona riuscita della manifestazione, ha scatenato numerose polemiche che, a torto o a ragione, hanno lasciato il segno.
Chiaro – e lo aspetteremo al varco – che tutta la grinta profusa domenica mattina, i cronisti la reclameranno alla riapertura dell’anno scolastico, quando il nostro indosserà di nuovo i panni del leader del comitato scuole sicure. Vista la performance del Corpus Domini, c’è da scommettere che Nicola Simonetti sarà la spina del fianco del sindaco Gravina, della giunta e di tutta l’amministrazione, al grido di: «Scuole sicure, altrimenti… andiamo tutti a casa».
Ospite del Tg di Teleregione, il sindaco ieri ha manifestato la volontà di cambiare un po’ di cose già dalla prossima edizione: potremmo consigliargli da dove, ovvero, da chi partire.
Simonetti a parte, «evviva i Misteri, evviva il di Zinno, evviva Campobasso» (cit. Gravina).
Luca Colella

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