È definitivo. Anche a Ururi, dopo lo stop di San Martino in Pensilis, non si svolgerà la tradizionale corsa dei carri trainati dai buoi in programma oggi, 3 maggio. Era nell’aria, sebbene l’amministrazione comunale si stesse prodigando per realizzarla ma dopo l’evolversi dei fatti a San Martino, la maggioranza, in una concitata e febbrile riunione svoltasi la mattinata del 1° maggio, alla presenza del parroco, dei responsabili dei servizi amministrativi, i rappresentanti delle associazioni dei carri, di una delegazione spontanea del popolo della Carrese ed i rappresentanti della Commissione unica di vigilanza, ha pensato di non far correre i carri non soltanto per solidarietà verso San Martino in Pensilis dov’è finita come tutti hanno visto, ma anche per evitare un’illusione e false speranze ai carristi ai e sostenitori dell’evento.
Anche a Ururi, per via della normativa entrata in vigore dopo i fatti di Torino, vincoli e paletti sono stati definiti insormontabili.
Proseguire con esiti come quelli avvenuti a San Martino sarebbe stata una farsa nonché un’umiliazione per la tradizione millenaria.
Durante la riunione si è auspicato che il problema delle Carresi venga affrontato a fattor comune da tutte le comunità interessate (San Martino in Pensilis, Portocannone, Ururi, Chieuti) allo scopo di creare un organismo volto alla tutela complessiva dell’evento religioso-storico e culturale, atto da concretizzarsi in tempi rapidi.

 

E la minoranza chiede la testa di Primiani: «Si deve dimettere»

La sospensione della Carrese di Ururi del 3 maggio 2018 ha scatenato dibattiti e diatribe. In questa lettera, la capogruppo di minoranza Teresa Intrevado si rivolge al sindaco e a tutta la maggioranza esprimendo la propria contrarietà verso la decisione che è stata presa, chiedendo le dimissioni del primo cittadino Raffaele Primiani.
In merito al comunicato del sindaco del 1 maggio, inviato dopo la riunione che si è svolta in Comune martedì mattina, riunione a cui la capogruppo di minoranza Teresa Intrevado non è stata invitata, l’opposizione rileva che «su Ururi nessun atto scritto è pervenuto dall’organo prefettizio; che nessun divieto da parte di istituzioni gerarchicamente superiori alla posizione del sindaco gravano sulla nostra manifestazione; che il parere della Commissione unica di vigilanza sarebbe stato pressoché identico a quello degli anni passati, anni nei quali con l’atto di ordinanza del sindaco si dava avvio alla Carrese; che l’ordinanza prefettizia rivolta al Comune di San Martino in Pensilis riguardava esclusivamente quest’ultimo, e non le Carresi in generale; che le criticità e la sicurezza riguardanti il percorso di San Martino in Pensilis sono completamente diverse da quelle del percorso di Ururi; che la decisione di pochi amministratori di annullare tutti i preparativi e quindi la Carrese del 3 maggio è frutto solo di ipotesi, di forse, di se e di ma, giustificando il tutto con il buon proposito di non spendere inutilmente i soldi della comunità per realizzare interventi necessari alla messa in sicurezza, ipotizzando un divieto che forse sarebbe potuto arrivare, cosa che era possibile anche negli anni passati ma che nessuno può avere la certezza che possa arrivare; che si è presa una decisione di importanza vitale per la nostra comunità, per la nostra secolare tradizione, per la nostra economia locale, senza neppure preoccuparsi di interpellare i rappresentanti dei cittadini, seppure in minoranza; ravvisando quindi in questa presa di posizione solamente una volontà di non assumersi le responsabilità che il ruolo amministrativo obbliga ad assumere; chiede a gran voce le dimissioni immediate dell’intera amministrazione comunale a partire dalla figura del sindaco perché se si vuole amministrare un comune come Ururi occorre avere la competenza e il coraggio di farlo!».

Il popolo pensa a una class action, richiesta danni ipotizzata dai sindaci

Una class action attraverso cui chiedere danni morali e materiali per il mancato via libera alla disputa della Carrese di San Martino in Pensilis, lunedì scorso, ma non solo. È l’idea sussurrata da una parte della popolazione sammartinese, ferita nell’orgoglio e nell’appartenenza. Ma questa ipotesi sta assumendo, ora dopo ora, anche un connotato istituzionale.
A ventilare una ipotetica richiesta danni i sindaci dei due Comuni, ossia Massimo Caravatta e Raffaele Primiani.
«Chiederemo nelle sedi opportune tutti i chiarimenti e presenteremo una richiesta di risarcimento danni. È stato fatto un lavoro serio con fatica, sudore e impegno – asserisce Caravatta, per nulla intenzionato a fare passi indietro sulle sue clamorose dimissioni -, non sono uno che torna indietro poi in 20 giorni tante cose possono succedere».
Parimenti il collega di Ururi, Primiani: «Da sindaco so cosa sta passando Caravatta, avevamo già impegnato a bilancio 20mila euro per lo svolgimento della Carrese ma le criticità sono le stesse di San Martino quindi era inutile arrivare fino al tratturo ed essere bloccati. Nella popolazione c’è tanta amarezza. Stiamo valutando una richiesta di risarcimento danni per i carri che hanno fatto degli investimenti e la convocazione di un Consiglio comunale monotematico per affrontare la situazione. Vorremmo conferire un mandato a un legale amministrativo e la volontà del Comune di far redigere un progetto a un ingegnere per modificare il tracciato della corsa e farlo più rispondente alle nuove normative in materia di sicurezza emanate all’indomani dei fatti di Torino. Adesso ci siamo dovuti arrendere e non è da noi. Ma daremo battaglia».

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