Approvato a novembre 2016, e all’attivo ha già una prima vittima illustre, il codice di comportamento del personale Asrem è stato modificato dopo una concertazione con i sindacati e di nuovo pubblicato sul sito dell’azienda sanitaria.
Se lavorate per l’Asrem, a qualsiasi titolo (perfino se sei un dipendente o un collaboratore delle imprese fornitrici) ne dovete rispettare i contenuti. Pena, le sanzioni previste dalle leggi e dal codice nazionale per i dipendenti pubblici, valutate in base al danno che dal comportamento è derivato all’azienda. Inoltre, se siete utenti o pazienti e volete fare un regalo – un omaggio senza secondi fini, per esempio per Natale o Pasqua – a un medico, un infermiere, un ragioniere dell’Asrem curate che non valga più di 150 euro. Altrimenti chi lo riceve dovrà consegnarlo all’amministrazione.
Ma andiamo con ordine. È in attesa del giudizio della commissione disciplinare – davanti alla quale si è dovuto presentare a inizio marzo – l’ex primario del Veneziale di Isernia Lucio Pastore. Prima vittima del codice, a cui sono state contestate dichiarazioni rilasciate alla stampa sulla sanità pubblica e sullo spazio che il piano operativo assegna alle strutture private. Pastore ha comunque annunciato che, in caso gli venisse comminata una qualunque sospensione, è pronto a rivolgersi al tribunale e a chiedere un risarcimento sostanzioso.
Cosa prevede il regolamento per i rapporti con il pubblico? Intanto, le sue disposizioni si applicano al personale medico, veterinario, sanitario e convenzionato; ai consulenti e collaboratori Asrem a qualsiasi titolo, ai dipendenti e ai collaboratori delle imprese fornitrici, al personale assunto con contratto di somministrazione, a borsisti, stagisti e tirocinanti.
I rapporti con la stampa e con i mezzi di comunicazione ed informazione, stabilisce l’articolo 13, sono tenuti soltanto da soggetti a ciò espressamente delegati dalla direzione. «Salvo il diritto di esprimere valutazioni e diffondere informazioni a tutela dei diritti sindacali e di ogni altro diritto garantito dalla Costituzione – frase, questa, aggiunta dopo che alcune organizzazioni hanno chiesto di procedere ad ulteriori aggiustamenti – il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche offensive nei confronti dell’Amministrazione comprese quelle rese sui social network». Piattaforme assimilabili, precisa il regolamento, ai mezzi di comunicazione di massa e per cui «soggiacciono agli stessi limiti». Qualcuno, si evince dalla relazione al codice, aveva chiesto di eliminare la specificazione sui social. Ma l’azienda non ha ritenuto di farlo perché «l’utilizzo dei nuovi mezzi e sistemi di informazione sta dilagando sempre di più per cui occorre adeguarsi al cambiamento radicale nell’accessibilità pubblica di dati ed informazioni dovuto alla sempre più crescente diffusione dei social network».
Un ruolo particolare il regolamento lo assegna al dirigente, un ruolo strategico dal punto di vista del comportamento, che deve essere «esemplare e imparziale nei rapporti con i colleghi, i collaboratori e i destinatari dell’azione amministrativa». Nell’esercizio della libera professione non deve fare concorrenza al sistema sanitario nazionale e nelle relazioni esterne e con i mass media è tenuto ad attenersi alle procedure aziendali, raccordandosi con l’ufficio stampa. Ad ogni modo, può sempre e comunque rilasciare dichiarazioni di contenuto tecnico-scientifico, nonché pubblicarne articoli su quotidiani e riviste.
Capitolo regali: «Il dipendente non chiede, né sollecita, per sé o per altri regali o altre utilità», così l’articolo 5. E prosegue: «Non accetta, per sé o per altri, regali o altre utilità, salvo quelli di uso modico valore effettuati occasionalmente nell’ambito delle normali relazioni di cortesia e nell’ambito delle consuetudini internazionali». Ad ogni modo il dipendente non deve chiedere regali anche se di modico valore «a titolo di corrispettivo per compiere o per aver compiuto un atto del proprio ufficio da soggetti che possano trarre benefici da decisioni o attività inerenti all’ufficio, né da soggetti nei cui confronti è o sta per essere chiamato a svolgere o a esercitare attività o potestà proprie dell’ufficio ricoperto». Anche dai subordinati non si possono accettare regali che non siano di modico valore: cioè massimo 150 euro. Quelli ricevuti fuori dai casi consentiti dal codice, devono essere messi immediatamente a disposizione dell’amministrazione per la restituzione o per essere devoluti a fini istituzionali.
Anche in questo caso, l’Asrem non ha ‘inventato nulla’: la regola è fissata dal codice deontologico nazionale dei dipendenti pubblici. Ricordate i Rolex regalati dagli sceicchi alla delegazione del governo Renzi in visita in Arabia Saudita? Altro che 150 euro… Il Fatto Quotidiano scrisse addirittura di una rissa fra i funzionari italiani per accaparrarsi gli orologi. Orologi su cui calò un fitto mistero. Che fine hanno fatto? La presidenza del Consiglio dichiarò: sono nella nostra disponibilità come prevedono le norme. Fra cui proprio il codice nazionale dei dipendenti della Pa (Dpr 62/2013).
In generale, comunque, un dipendente dell’Asrem deve accogliere l’utente con cortesia, professionalità e umanità, agire con diligenza professionale, correttezza e buona fede. È tenuto ad informare l’azienda che è stato rinviato a giudizio o che nei suoi confronti è stata aperta un’inchiesta per fatti riguardanti l’attività istituzionale. Deve astenersi dal prendere decisioni o svolgere la sua attività in situazioni di «conflitto, anche potenziale, di interessi con interessi personali, del coniuge, di conviventi, di parenti, di affini entro il secondo grado oppure di persone con le quali abbia rapporti di frequentazione abituale». Lo stesso vale nei confronti di soggetti o organizzazioni «con cui egli o il coniuge abbia causa pendente o grave inimicizia o rapporti di credito o debito significativi.
Il conflitto, spiega il codice, può riguardare interessi di qualsiasi natura: anche non patrimoniali, come per esempio quelli derivanti dall’intenzione di assecondare «pressioni politiche, sindacali o di superiori gerarchici».
Infine, chi lavora per l’Asrem è tenuto a comunicare tempestivamente al capo ufficio «la propria adesione o appartenenza ad associazioni od organizzazioni, a prescindere dal loro carattere riservato o meno i cui ambiti di interessi possano interferire con lo svolgimento dell’attività dell’ufficio». Questa norma, però, non si applica all’adesione a partiti politici o sindacati. ritai

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