La prima assegnazione di posti letto al centro di riabilitazione “Paola Pavone” risale al 2003. Due determine: una di marzo, l’altra di rettifica, del dg della Sanità autorizzarono il presidio di riabilitazione extra ospedaliera per 60 posti letto.
Gli stessi che, dopo le vicende giudiziarie (conclusesi positivamente per i vertici del Neuromed che ha acquisito la struttura) e la ristrutturazione del centro vengono riconosciuti nel provvedimento della dg Salute Gallo del 2 maggio scorso.
Da Salcito, non a caso, il commento è: «Nessun favoritismo, anzi, come capita in questa regione, per il riconoscimento di un proprio diritto bisogna aspettare ‘solo’ 14 anni».
Nel 2003 i posti erano suddivisi in questo modo: 16 di riabilitazione intensiva extraospedaliera cardiologica e respiratoria, 24 di intensiva extraospedaliera neuromotoria, 20 di estensiva extraospedaliera. Oggi, nella determina 175, così: 30 per pazienti non autosufficienti richiedenti trattamenti intensivi (R1), 15 per pazienti disabili che necessitano di riabilitazione estensiva (RRE1 – RRE2), 15 per pazienti che hanno bisogno di riabilitazione estensiva (RD2 – RD3).
Nel 2011 il dissequestro della struttura e il cambio della situazione giuridica del centro (il processo conclusosi positivamente per il Neuromed riguardava proprio la sua acquisizione). A dicembre 2012 la prima visita ispettiva del team di verifica per accertare il possesso dei requisiti previsti dalla legge. Non essendo la struttura funzionante, fu sollevato il rilievo sui requisiti organizzativi. Il centro Pavone si rivolse allora al Tar che dichiarò, nel 2013, l’obbligo della Regione di concludere il procedimento di accreditamento.
L’11 aprile 2017 l’Organismo tecnicamente accreditante ha effettuato la visita per la verifica della sussistenza dei requisiti, verifica che ha avuto esiti favorevoli. Quindi, la dg Salute ha autorizzato l’attività di riabilitazione extraospedaliera a Salcito.
Il che è diventato subito oggetto di polemiche politiche. Su Fb per esempio la critica dell’ex capogruppo dem Francesco Totaro. Il fatto che il centro sia del Neuromed, Irccs della famiglia Patriciello (l’eurodeputato in Regione è attualmente alleato del presidente Frattura), ha fatto gridare al rischio privatizzazione della sanità. Cosa già accaduta un paio di anni fa quando un decreto del commissario che prevedeva l’accreditamento di 60 posti letto alla struttura fu attaccato dai parlamentari Leva e Ruta (e poi ritirato).
Da Salcito ora precisano che «il centro di alta riabilitazione “Paola Pavone” è stato regolarmente autorizzato, accreditato e contrattualizzato nel 2003 dalla Regione e Asl come da determina 8 e 9 del 2003 e delibera di giunta 857 del 2003, con successivo recepimento da parte della Asrem (allora Asl) con delibera 571 del 2003. La struttura iniziò da subito la sua attività di riabilitazione, poi sospesa per alcune vicende giudiziarie che, alla fine, certificarono la correttezza e la legittimità dell’operato del centro.
Le attività nella struttura sono in corso da alcuni anni pur in assenza del relativo contratto della Asl continuando ad erogare prestazioni socio sanitarie (ex articolo 26), al fine di offrire un servizio al cittadino che diversamente sarebbe costretto ad emigrare nelle Regioni limitrofe e garantendo lavoro a circa 30 persone del territorio».

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