Si ricandiderà alla carica di presidente della Regione. Tante le variabili, molti i se. Se il vaglio del Pd sul suo operato in questi anni sarà positivo, se la sua azione di governo sarà promossa nella discussione allargata ai circoli e agli amministratori. Ma sì, Paolo Frattura un secondo mandato a Palazzo Vitale vuol provare a conquistarlo. E se Renzi gli chiedesse di candidarsi invece al Parlamento alle politiche ormai vicinissime? Anche al segretario nazionale direbbe: Matteo, voglio restare in Molise.
A ‘Fuoco incrociato’ lunedì sera su Teleregione, il governatore ha fatto il punto: un bilancio e poi la prospettiva. E alle domande sulle primarie per le regionali, che agli osservatori più accorti sembrano ormai tramontate, ha ribattuto ipotizzandole per decidere i candidati al Parlamento.
Fin qui i punti fissi della politica. Ma la gran parte della trasmissione è stata dedicata al riordino della sanità. Messi a posto i conti, Frattura – pur rimanendo molto cauto su questa opportunità – ha anticipato che a fine anno verificherà se ci sono le condizioni per ridurre il ticket e ha rivendicato di aver eliminato quello sulle analisi in intra moenia, oltre al fatto che quest’anno per la prima volta da quando la Regione è in piano di rientro l’imposizione fiscale non solo non aumenta in via automatica – come accaduto fino a pochi anni fa per l’extra deficit – ma le aliquote vengono anzi ridotte.
La sanità però non è tema da ragionieri. Ci vuole il personale per garantire i servizi – e Frattura ha assicurato che i concorsi dell’Asrem sono sulla linea di partenza – e la riorganizzazione dei reparti sconta un periodo di assestamento che può creare non pochi disagi ai pazienti. Senza contare il fatto che due discipline ‘salva-vita’, come la neurochirurgia e la cardiochirurgia, sono gestite attraverso protocolli operativi (uno già in atto e l’altro in dirittura d’arrivo) con i grandi erogatori convenzionati Neuromed e Fondazione Giovanni Paolo II. Discipline che per il decreto Balduzzi il Molise non dovrebbe avere (servono 600mila abitanti) e quindi nelle strutture pubbliche non possono più essere accreditate.
Ma come procede il riordino? Come lo vivono malati e familiari che si recano negli ospedali alle prese con una rivoluzione che taglia non solo posti letto ma fa saltare anche equilibri e sconvolge metodi di lavoro fin qui mai toccati? Lo vivono, purtroppo, molto male.
Il caso di cui si sta occupando l’Asrem in queste ore – l’azienda di via Petrella ha avviato un’inchiesta interna e non si escludono procedimenti disciplinari – è scoppiato proprio dalla segnalazione di una mamma disperata a Teleregione. Col figlio – un uomo adulto – al Pronto soccorso del Cardarelli per 12 ore perché, tra le altre cose le dicono, «c’è un solo medico». Poi una risposta invece sconfortante da parte del dirigente del reparto a cui chiedevano di accedere per un ricovero. Non c’è posto per il ricovero e poi fra una settimana Frattura chiude il reparto. Meglio rivolgersi in Abruzzo. Così si sarebbe sentita rispondere la signora. La prospettiva di andare fuori dal Molise? Desolante, disperante. Tornata a casa, alla televisione vede e ascolta il presidente-commissario della sanità che chiede fiducia ai molisani, convinto che i servizi sanitari saranno migliori. E allora telefona in redazione, ha il coraggio di denunciare che nelle realtà quelle di Frattura sono solo belle parole perché a lei è capitato tutt’altro. Sintetizza la situazione in cui si è trovata. L’attesa, la ‘porta in faccia’ di quelle poche frasi, l’ansia di non sapere come e dove far curare suo figlio. Lascia alla redazione la sua testimonianza, che viene lette in diretta. Il messaggio che arriva ai molisani è devastante: chiude Malattie infettive, curatevi come potete. Ed è una frase che in tanti, e in relazione a numerosi servizi e reparti, si sentono dire in queste settimane nelle strutture sanitarie. Alla signora Frattura assicura che seguirà personalmente la questione, che accerterà cosa sta avvenendo per quel reparto, se quanto riferito da quel dirigente medico sia vero e si dice sicuro che non lo sia.
Ieri mattina i primi responsi. Intanto, sotto il profilo delle condizioni dell’uomo, il direttore Antonio Lucchetti – che ha contattato la signora e con lei ha gestito la questione – spiega che il triage cui era stato sottoposto l’uomo al Pronto soccorso non aveva dato risultati da ‘emergenza’. Che, comunque, nella mattinata di ieri è stato programmato il ricovero ma poi – rassicurato – è stato lo stesso paziente a scegliere una cura ambulatoriale che può utilmente aiutarlo ad affrontare il problema. Comincerà lunedì.
Per quanto riguarda, invece, il caso scoppiato in diretta a ‘Fuoco incrociato’ chiarisce: «Il reparto di Malattie infettive non si chiude, farà parte dell’area omogenea per intensità di cure». Per i pazienti di quel reparto ci sono due posti letto più il day hospital, oltre ad altri due ‘a regime protetto’ per i casi che necessitano di isolamento. Quindi, conclude Lucchetti, l’Asrem accerterà se in questa occasione il comportamento di tutti gli operatori e in particolare del dirigente medico sia stato consono anche «in relazione a decisioni future dell’Asrem che non rispondono a verità». E non esclude quindi provvedimenti disciplinari. ppm

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.