La Fondazione Giovanni Paolo II ha i requisiti per l’autorizzazione e l’accreditamento così come stabiliti dalla delibera di giunta regionale 1135/2008. Lo precisa il Servizio accreditamento di Palazzo Vitale.
E spiega che, insieme alla direzione generale Salute, ha ricevuto il 17 maggio scorso riscontro dal presidente del Cda della Fondazione ai rilievi formulati in merito al possesso da parte del direttore generale e sanitario del Centro del «titolo equivalente necessariamente richiesto dalla normativa vigente in materia per l’esercizio di direttore sanitario della stessa Fondazione».
La nota di Guizzardi del 17 maggio è arrivata in risposta ad un’altra – del 9 marzo – con cui il Servizio accreditamento della Regione aveva «fatto presente che non era condivisibile quanto affermato in merito al possesso dei requisiti del dottor Zappia» e invitato la Fondazione a «regolarizzare la propria posizione provvedendo alla nomina del direttore sanitario che sia regolarmente in possesso dei requisiti richiesta dalla normativa vigente in materia». Nel riscontro Guizzardi ha riportato il quadro sinottico di referenziazione delle qualificazione pubbliche nazionali ai livelli del Quadro europeo delle qualificazioni per l’apprendimento permanente come da Accordo in Conferenza Stato-Regioni del 20 dicembre 2012. In parole semplici, in base a questo quadro, «per il caso specifico del dottor Zappia il servizio di igiene è equipollente a quello di “programmazione e organizzazione dei servizi sanitari”, come da Tabelle di cui al DM 20 gennaio 1998. Ai sensi della normativa nazionale e europea vigente il titolo di diploma di master di secondo livello (e anche il dottorato di ricerca), come quelli conseguiti dal dottor Zappia, sono pari al diploma di specializzazione».
A questa conclusione il Servizio della Regione è giunto a seguito della verifica che ha avviato il 28 novembre 2016 circa il mantenimento da parte della Fondazione Giovanni Paolo II dei requisiti per l’accreditamento istituzionale. All’esito del quale, conclude la nota di via Genova, «la Fondazione Giovanni Paolo II ha dimostrato, come su ricostruito e documentato, di essere in possesso degli elementi che la legge in vigore ritiene indispensabili per l’accreditamento».

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